Il passaggio dal sistema totalitario e integralista che fu l'est europeo in direzione della democrazia pluralista si è accompagnato purtroppo a molte ambiguità per quanto riguarda la separazione dei poteri dello Stato.
Il paese è ormai -a quasi trent'anni dal crollo del regime dittatoriale comunista- aperto e interessato alla cultura democratica europea. Aspira, e a questo fine sta adeguando il sistema socio-economico, ad entrare a pieno titolo nell'Unione Europea. Le grandi disparità sociali fra i "grandi ricchi" e la stragrande maggioranza di cittadini che vivono appena al di sopra della soglia di povertà stanno, lentamente, per essere curate ed in un certo senso attenzionate dai governanti. Con l'aiuto dell'U.E., di cui il paese è allo stato attuale un "associato", il processo di modernizzazione del paese può dirsi sicuramente avviato.
Le autorità dovrebbero, in questa fase storica, ancora porre molta attenzione ad evitare la caotica urbanizzazione, quel fenomeno che, a modo di esempio, capitò nella Palermo degli anni cinquanta/sessanta del Novecento.
Servirebbe inoltre -a leggere certi rapporti socio/economici- che le autorità si assicurassero il pieno controllo del territorio in accoppiata al risanamento economico ed edilizio.
brevi cenni storici
Gli albanesi sono un popolo fiero e interessato a far discendere le loro origini dagli "Illiri", un popolo quindi distinto dai loro vicini slavi o greci.
Dopo la dominazione romana, che ne aveva fatto un paese di transito tra Roma e Costantinopoli, il paese visse una specie di suddivisione fra il Nord (Prevalitana) economicamente legato alla Dalmazia ed il Sud (Nuovo Epiro) legato commercialmente e politicamente a Costantinopoli.
Nel XVI l'intero territorio albanese fu occupato dai turchi.
La ricognizione archeologica-storica del Paese evidenzia nitidamente la stratificazione contrastante di più infuenze: la bizantina, la slava, la veneta, la mussulmana.
Fu poco prima e poco dopo l'inizio del XVI secolo, con la definitiva invasione ottomana, che le condizioni della popolazione divennero miserrime. La sopravvivenza fu allora legata a due alternative: 1) l'arruolamento nell'esercito del Sultano 2) l'emigrazione.
Molti scelsero la prima opzione, altri, gli antenati degli odierni arbëreshë, sperarono e puntarono nel Meridione d'Italia.
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