MONACHESIMO BASILIANO:
Nelle Regole ampie, formate da 55 capitoli, San Basilio (330-379) spiega i capisaldi della vita monastica ed elenca sei principali ragioni in favore della vita comunitaria rispetto alla vita solitaria del monachesimo delle origini.
2) la legge della carità di Gesù Cristo non permette che ognuno di noi pensi esclusivamente a se stesso;
3) chi conduce vita solitaria può cadere nell'illusione a causa dei suoi progressi personali;
4) complementarietà spirituale tra i fratelli li porta a soddisfare i comandamenti;
5) i cenobiti si sostengono nelle difficoltà spirituali, rialzano chi è caduto , scuotono chi sonnecchia.
6) il monaco che è controllato, che deve obbedire a una regola e a un superiore, acquista più facilmente l'umiltà e non si abbandona all'autocompiacimento.
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Alle radici del Cristianesimo sta l'Ebraismo.
Alcune riflessioni
Tra le date storiche che hanno influenzato la transizione dall'età medievale all'età moderna, ha grande significato sicuramente il 1492.
Caratteristico contesto edilizio medievale tuttora presente in più paesi dell'entroterra siciliano. La foto riprende un quartiere dove nei secoli trascorsi insistette la Giudecca. |
Gli arberesh di Kuntissa in numero ancora ridotto rispetto ai bisogni rurali della locale Baronia già lavoravano nei domini facenti capo ai Cardona di Calatamauro, pur non costituendo ancora una comunità legalmente riconosciuta e -pare che- senza problema alcuno si sono offerti di ospitare fra loro uno o più gruppetti di ebrei cacciati via dalle università costituite di Giuliana (dominio dei Cardona) e di Bisacquino (dominio dell'Arcivescovo di Monreale); centri entrambi dove le attività artigiane erano state svolte fino ad allora proprio dagli ebrei. Il prezzo pagato da quegli ebrei è stato la conversione al Cristianesimo.
Il nucleo ebraico in Sicilia era allora il più importante del meridione italiano, ben oltre 30 mila anime sparse in una sessantina di comunità. Ogni comunità locale risiedeva in un proprio quartiere (melach = giudecca). L'editto di espulsione firmato da re Ferdinando e dalla regina Isabella porta la data del 31 marzo 1492.
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