Nel 1812 in Sicilia viene abolito il feudalesimo. I Comuni dipendono dalla monarchia borbonica.
Inizia pero' il latifondismo
L'Ottocento fu davvero la premessa di una nuova era di sviluppo e soprattutto d'integrazione delle economie regionali e nazionali in uno spazio che andava ben al di là dei confini fino a poco prima prettamente localistici. Per riferirci a Contessa, a modo di esempio, iniziarono ad aprirsi spazi e possibilità per poter partecipare a fiere bestiame nei paesi vicini; i contadini potevano, se lo ritenevano conveniente, condurre poderi agricoli anche oltre i confini dell'ex Baronia dei Colonna, la stessa macinazione del grano potè svolgersi liberamente presso i mulini situati nei teritori limitrofi essendo venuto meno l'obbligo di usare i mulini di Bagnitelle, già appartenuti -ultimamente- alla Baronia dei Colonna, prima a quella dei Gioeni e prima ancora ai Cardona.
Fu il secolo dell'emigrazione di massa. Non si trattò di un fenomeno limitato al Sud Italia ma di un fenomeno che interessò l'intero vecchio continente, l'Asia, l'Africa in direzione delle Americhe e dell'Australia. Fu il secolo in cui le campagne, che fino ad allora erano il contesto entro cui era occupata più del 90% della popolazione (a Contessa anche oltre, fino al 98%), assistettero ad una vastissima fuga transcontinentale. Furono i milioni gli emigrati europei, siciliani compresi, che in un breve volgere di tempo buttarono le basi dello sviluppo e della grandezza dei paesi ospitanti. Quegli stessi emigranti che nella terra di origine invece non erano mai stati messi in condizioni di esprimere la loro creatività.
Certo, quell'Ottocento liberale che consentì il definitivo tracollo (in Sicilia) del feudalesimo (sostituito pero' dal latifondismo) fu, anche, il secolo del colonialismo europeo in Africa e non solamente lì, conseguente al diffondersi del sentimento nazionalista in più parti d'Europa..
E' in questa fase storica che iniziano -sia pure con qualche sussulto all'indietro- le politiche liberiste che dischiudono i confini degli Stati europei; lo furono per la circolazione delle materie prime e delle merci e soprattutto per la manodopera, primi segni questi di una economia che lentamente (compresi improvvisi e ricorrenti ritorni all'indietro) si sarebbe sempre più integrata al livello continentale e poi planetaria.
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