giovedì 1 ottobre 2020

Cose da conoscere. Storie, sinossi, tabelle e curiosità per non essere disorientati (7)

Storia italiana in sintesi

1854:

-- Il 26 marzo viene assassinato il duca di Parma Carlo III di Borbone, cui succede il figlio minorenne Roberto, sotto la reggenza della madre Maria Luisa.
Palermo 1854
In agosto il colera esplose. Il male 
durò circa 3 mesi e un totale di circa 5.000 
morti, con una ripresa l’estate successiva
 che porto ad altre 1.600 vittime circa, per un 
totale -solo in città- di quasi 7.000 morti in due anni.


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--Nel maggio una nave salpata dall'India condusse il colera in Inghilterra. Da Londra il contagio arrivò a Parigi e a Marsiglia. La leggerezza delle autorità sanitarie locali permise lo sbarco anche di navi che avevano a bordo uomini infetti. L'epidemia arrivò al sud della Francia e perciò in Italia. Le autorità genovesi non si preoccuparono di avvisare tempestivamente la presenza del colera agli altri Stati italiani e il contagio si estese in tutta la costa ligure e tirrenica fino a Napoli e Palermo. Anche la Sardegna fu invasa: Sassari, sede di importanti uffici amministrativi e giudiziari  (Regno di Sardegna dei Savoia) e dotata di un'antica università vide morire 5.000 dei suoi 23.000 abitanti.

Quello era tempo in cui i morti venivano seppelliti nelle chiese. 

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 Novecento

L'Italia repubblicana 

Il referendum del 2 giugno 1946 segna la nascita della Repubblica. La Costituzione repubblicana promulgata nel 1948  è il primo statuto che l'Italia unita elabora con metodo democratico. Il sistema politico repubblicano è caratterizzato da una successione di governi di breve durata, ma da una forte staticità del quadro politico, dovuta ai condizionamenti  imposti dalla collocazione internazionale del nostro paese e alla relativa immobilità dei comportamenti elettorali, legata anche alla solidità del radicamento sociale dei maggiori partiti di massa. In campo sociale ed economico è la fase di più profonda e rapida trasformazione in tutta la storia nazionale. Nell'arco di circa quattro decenni il primato nell'occupazione passa dall'agricoltura all'industria e poi dall'industria al terziario. L'obbligo scolastico viene ampiamente attuato,  e si impone una cultura di massa relativamente omogenea in una società fino ad allora fortemente differenziata culturalmente per ceti e per regioni. Ciò favorisce anche lo sviluppo di moderne forme di consumo. Fino alla fine degli anni Sessanta l'emigrazione dalle regioni meridionali e nordorientali si rivolge ai mercati stranieri e redistribuisce la popolazione all'interno del paese. Negli anni ottanta si assiste per la prima volta ad un afflusso di immigrati dall'estero. 

Linguaggio

-Parole da seconda repubblica-

==Il linguaggio politico dei nostri giorni è quello dei “vaffa”, dei “gufi”, del “prima gli italiani” e del “…”. E' spaziale la distanza dai giri di parole, a volte eterei, della Prima Repubblica.

==Allora, nella Prima Repubblica, i discorsi <in Parlamento erano solenni, anche nei momenti più bui della storia repubblicana, anche quando si alimentavano sempre più le ostilità tra partiti. Mai il linguaggio perdeva quell’istituzionalità caratteristica di chi si impegnava in politica.

== Il linguaggio dei nostri giorni, quello dei politici, è meno barocco, più semplice, ma anche povero di significato e fatto esclusivamente di forma e mai di contenuto. Un linguaggio basso e opportunista teso a “parlare alla pancia” dei cittadini, col mero fine di estorcere un voto (o quantomeno un like).

==Al linguaggio formale, dotto e arzigogolato  dei politici di un tempo si è sostituito il “linguaggio del popolo (così ritengono alcuni). Un linguaggio accessibile, comprensibile che proprio per questo forse è più convincente.

ubrica curata da Vincenzo

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