sabato 12 settembre 2020

Civiltà Bizantina. Ne parliamo tanto, ma ne sappiamo poco (1)

   Da settimane i media ci parlano

di Santa Sofia, la più grande Chiesa della Cristianità

sin da quando ancora San Pietro era tutta da immaginare.

Quanti di noi sanno che quasi per l'intero primo

millennio il Cristianesimo fu nell'intera

 Europa, Roma compresa, e nel Medio Oriente sopratutto bizantino ?

 

San Salvatore in Chora - Kariye Müzesi,
E' considerato uno
 dei più importanti esempi di
architettura bizantina sacra ancora
esistenti. L´edificio, nato come
chiesa, è situato nel distretto
occidentale di Istanbul (l'antica
Costantinopoli) detto Edirnekapı.

Nel XVI secolo la chiesa fu trasformata
in moschea dai Turchi Ottomani, e divenne
 museo statale nel 1958.
Recentemente, in questo 2020 è tornata
ad essere moschea.
L´interno è decorato con mosaici e
affreschi, considerati fra le massime
 espressioni dell´arte bizantina.

A tutti capita di parlare, leggere, rilevare in occasione di conversazioni o letture l'espressione "epoca bizantina". Noi di Contessa ne trattiamo più frequentemente che nei paesi vicini, ma gli diamo un significato ristretto, delimitato ad un tipo specifico di religiosità cristiana, escludendo, o forse ignorando che "epoca bizantina" ha una portata, sì religiosa, ma anche e sopratutto di vita civile, di diritto, letteratura, ed impostazione di un sistema di vita complessivo, in pratica di civiltà ultramillenaria.

    "Epoca bizantina" significa anzitutto eredità dell'Impero Romano d'Occidente, crollato come tutti sappiamo sul finire del secolo V dopo Cristo sotto i colpi dei barbari e successivo recupero graduale di gran parte dei territori mediterranei alla stessa legislazione romana che però, ormai, aveva come riferimento un imperatore romano che però stabilmente era residente nella "Nuova Roma", ossia Costantinopoli, la città fatta costruire ed anche ristrutturare da Costantino ai primi del 300 d.C. per farla somigliare il più possibile alla precedente Roma, su sette colli prospicenti il Bosforo. 

Da qui la prima denominazione della città "Nuova Roma".

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L'Impero Romano, all'apice della sua estensione, per ragioni difensive si era organizzato con varie capitali d'emergenza: Milano, Treviri, Sirminium. Bisanzio non fu mai una capitale d'emergenza, essa di fatto e di diritto divenne "residenza imperiale". Così la volle Costantino, come vera capitale con un foro, le basiliche e le statue, il circo e il palazzo imperiale, il senato e altra impiantistica esistente nella prima Roma. Il profilo della nuova città, pure essa, su sette colli, somigliò e ricordò per secoli la precedente capitale. Qui dopo Costantino risiedettero pure gli imperatori.

L'intenzione, non ufficializzata ma evidente, era che la popolazione dell'Impero non doveva immaginare due città capitali, ma una sola sia pure dislocata in aree differenti, seppure distanti. Già in questa decisione e concezione si coglie un primo messaggio di teologia cristiana. D'altrone è con Costantino che il Cristianesimo viene ammesso come credo, religiosità riconosciuta.  Le due città (Roma e la Nuova Roma) non erano due ma costituivano una unica e sola città; questa intenzione andava accettata al pari della definizione della Trinità o delle due nature di Cristo. Se l'intenzione era complessa e non facile da accettare fu un re barbaro autoproclamatosi Re d'Italia, Teodorico, a semplificare il concetto;  dispose il trasferimento nella Nuova Roma, divenuta Costantinopoli,  le insegne imperiali. Fu chiaro a quel punto che la capitale dell'Impero era una sola, l'impero era uno e questo conservò comunque la denominazione di "impero romano".

Certo, non tutto e non sempre, andò nel migliore dei modi sopratutto nelle problematiche teologiche. Giustiniano, imperatore romano e con sede costantinopolitana, provò a regolamentare tutti gli attriti che andavano insorgendo nel campo non solo statuale ma anche, forse soprattutto, in quello religioso. D'autorità introdusse il credo di Nicea nel Codice delle leggi dello Stato. Circostanza che non mancò di creare dissensi, soprattutto nei monasteri; proprio i monasteri sopravvissero all'Impero e ancora oggi essendosi sempre mescolati al disagio sociale conservano in tutto il Medio Oriente e nell'Europa Orientale  il misticismo tipico del primo Cristianesimo. I monasteri, appunto, sono sopravvissuti a quell'Impero immaginato dai successori di Costantino. Sul Monte Athos, sede di vari monasteri, l'Impero romano -nel sottofondo- continua.

Riflessione finale: la regalità imperiale romana sopravive fino ai nostri giorni nei monasteri ed è attuale l'asserzione: Bisanzio continua dopo Bisanzio; Bisanzio, non Roma. 

Dicono ancora oggi qualcosa i paramenti indossati dai Vescovi bizantini durante le celebrazioni liturgiche; sono i paramenti che indossava l'Imperatore. 

(Segue)

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