sabato 12 settembre 2020

Alle radici del Cristianesimo - Icone

  Questa Domenica nel rito bizantino precede la festa della Esaltazione della Croce (14 Settembre) ed il brano evangelico si trova all’interno del dialogo tra Gesù e Nicodemo.

(Gv 3, 13 - 17) 

Non per giudicare il mondo...

E' venuto a salvarlo "purificando" il tempio, sdemonizzando

con la sua croce l'immagine diabolica che l'uomo ha di Dio.

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CHI E' L'UOMO ?

Riflerssione di Silvano Fausti (1940-2015)

La salvezza o la perdizione non è predestinazione divina. Dio ha creato tutto per la vita e non c'è veleno di morte nella sua creazione, se non quello che ci siamo procurati noi, credendo alle nostre paure invece che a lui.

Riflessione di Tomàs Spidlik ( teologo e cardinale ceco, 1919--2010): 

Il termine "vita spirituale" può essere di larga interpretazione, perciò si presenta facilmente agli equivoci. La parola "spirituale" ha la stessa radice di "spirare". Finchè l'animale respira, vive. Siamo, quindi, abituati a chiamare il principio della vita "spirito". 

I popoli primitivi immaginavano facilmente lo spirito come un qualcosa più o meno materiale. Al contrario, la filosofia greca arrivò alla conclusione che lo spirito, o anima, è immateriale e, quindi, differisce radicalmente dal corpo. Lo riconosciamo dalla sua azione. Noi pensiamo in termini generali ed esprimiamo delle verità che superano il tempo e la materia, che sono eterne. Perciò eterna ed immateriale deve essere anche l'anima.

L'uomo è, quindi, "spirituale e materiale". E' composto da due elementi che sembrano incoerenti e contraddittori. A Platone e agli altri filosofi questo stato sembrò, quindi, non naturale. Credettero che il vero uomo fosse rappresentato dalla sola anima.  Il corpo sarebbe stato qualche cosa in aggiunta che si attaccò all'anima a causa di qualche colpa misteriosa e che la impedisce nella sua libertà: essa, quindi, alla fine, deve liberarsene. La vera filosofia, dicono i platonici, è uno "studio della morte".  Vive spiritualmente, quindi, chi mortifica il corpo, le sue passioni e tendenze, chi "muore ogni giorno" e occupa la sua mente con ciò che è eterno, con la meditazione delle idee celesti e con Dio.

Questa concezione della vita spirituale piacque, talvolta,  anche ai cristiani. Ispira ogni nobile umanesimo. Ci obbliga a dare la precedenza, davanti alle cose materialio, ai cosidetti valori spirituali: la scienza, l'arte, la filosofia. Questo sforzo deve, senza dubbio,  essere stimolato. Un'altra questione è se  questo concetto corrisponde a ciò che si chiama "vita spirituale" nel vero senso cristiano. I "padri spirituali"  dei tempi antichi facevano volentieri appello ad un testo del Vangelo: "Non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi" (Mt. 10,20). In questo contesto il termine "spirituale" riceve un senso speciale, differente dagli altri significati più tenui,. "Spirituale", nel senso cristiano,  è colui in cui abita lo Spirito Santo. La vita spirituale è vita nello Spirito e con lo Spirito Santo, "perchè l'Amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5,5).

 Sant'Ireneo, quindi, definisce l'uomo spirituale, come quello che è composto dal corpo, dall'anima e dallo Spirito Santo. Quest'ultimo è come se fosse "l'anima della nostra anima", si unisce al nostro "io" e dà forza a tutto ciuò che in noi è umano. In maniera ingenua, non del tutto giusta, ma spettacolare cercò di esprimere questa verità  uno sconosciuto monaco egiziano del IV e V secolo.  Egli paragona le pecore al pastore.  Il pastore possiede ciò che hanno le sue bestie, la vita animale. Le supera,  però, con un grado di vita intellettiva che lo penetra interamente. Se si lascia battezzare, riceve un terzo grado di vita, lo Spirito Santo. Di conseguenza il cristiano differisce dal pastore pagano come quest'ultimo dalle sue pecore. L'ultima conclusione è, evidentemente, ingenua. Però il ragionamento dell'autore spiega bene le tre sfere della vita che sono proprie ad un cristiano.

 "Il cristiano partecipa allo Spirito Santo", scrive Teofane il Recluso (+1894), "questa partecipazione è, per noi, indispensabile, perchè chi non ha lo Spirito di Cristo non è di Cristo".

 "Perchè lo Spirito viene raffrontato con l'acqua?" si chiede San Cirillo di Gerusalemme. Egli stesso risponde: "Dall'acqua nasce tutto, l'acqua nutre le erbe e gli animali. Scende dal cielo come pioggia. E' una sola, ha la stessa natura, ma quanti effetti differenti produce! Una sorgente irriga tutto il giardino; la stessa pioggia cade dal cielo in tutto il mondo. Essa, però,  nel giglio diventa bianca; nella rosa rossa, nel giardino purpurea. Così anche lo Spirito Santo, pur essendo uno solo e indiviso,  distribuisce come vuole la sua grazia ad ognuno".

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Dal testo
HO TROVATO UNA PAROLA
 padre Pietro Gullo
Comunità Trinità della Pace Edizioni
pag. 423

ARMI
Che sia una foglia, la rugiada, un sentiero ?
Che vuoi che sia un uomo incapace di vivere ?
senza un'arma? Avrebbe un volto, una lacrima, due occhi-

 "Questo mondo sottomesso ai trafficanti di armi che guadagnano con il sangue degli uomini e delle donne". L'affermo' Francesco papa, indignato per tanto orrore, l'affermano tutti coloro che nel corso di questi millenni hanno creduto e continuato a credere  non alle prediche sulla non violenza, ma alla testimonianza visibile dei non violenti: coloro che rischiano e scelgono un'altra maniera di vivere, vedere, relazionarsi, edificare. 
 Trafficanti criminali coloro che guadagnano con il sangue. Come definirli questi indefinibili che scorazzano senza sosta, dalle istituzioni democratiche ai fondamentalisti senza dignità, agli individui senza storia se non quella del sangue dei poveri, degli ultimi, degli indifesi, delle donne, dei bambini ?
 Come nascondere quello che sotto gli occhi di tutti sta accadendo? Conquistatori impietosi senza ideologie, compassione, nemmeno il rispetto dei prigionieri che persino nelle guerre si affermava. Drogati, assatanati, mutilano, decapitano, stuprano tutto e tutti, persone e storie, persone e monumenti. Conquistatori indomabili. Anche questa potrebbe essere una nobile definizione. Sono assassini, squallidi, accecati, potenti con le armi, contratti nei volti, malati in ogni parte, portatori di morte, i capi e i gregari, orientali e occidentali.
 Perchè facciamo finta di non vederli? Anche noi per comodità  di equilibri trafficanti nella rete della menzogna, nelle trappole della ricchezza, della violenza ?
 Di fronte a chi gridare che il sangue degli uomini e delle donne esige vendetta? Lo so che ti fa paura la parola. Ipocrisia! Ti fa proprio paura la parola vendetta? Ti sembra più pacifica la parola giustizia?
 Chi imbraccia il mitra o chi se ne sta all'ombra a far finta di niente, è ugualmente operatore di morte, folle, depravato, insaziabile, senza senso.
 Le definizioni mi interessano poco, se sia un destino di massa  costretto a soccombere, un genocidio o altro. So che ogni persona  uccisa in qualunque parte o costretta a fuggire  o a morire nel mare, nei deserti, nei campi profughi, nella violenza di chi approfitta, è persona, ha un volto, avrebbe potuto avere una storia, una speranza, un amore. So che mentre io me ne sto a scrivere, a migliaia stanno morendo senza colpa, innocenti. So che dovunque sono ho la responsabilità che mi compete  e che chi ha la responsabilità di fermare  i massacratori e non lo fa, dovunque si porterà la condanna. Difronte a quello che accade faccio fatica a credere a un Dio garantista, comunque sia buonista, comunque vada misericordioso, comunque viva perdonante. Sarebbe una beffa, non sarebbe grave l'azione di coloro che strutturano la "vita"  con il sangue di altri uomini e donne, sarebbe banale questo mondo sottomesso ai trafficanti di armi. Invece, banale non è. La vita a milioni è distrutta, profanata, cancellata, bestemmiata. Non credo in un Dio che con un Amen estingue il male. Non so come si compirà la giustizia del Misericordioso. E' certo che la misericordia non può pendere dalla parte dei trafficanti di armi che guadagnano, succhiano il sangue dei poveri e degli ultimi. Si può riferire a loro la sentenza di Gesù "Padre perdona loro perchè non sanno quello che fanno"? (Luca 23). C'è nell'uomo la possibilità di fare cose così gravi senza sapere quello che si fa ?
 Ogni domenica, da molti anni, Nino e Cettina portano un fiore all'altare. E' un gesto cosciente di offerta, dono e gratuità. La forma e il colore mi accompagnano durante la Celebrazione. Perchè dovrebbe essere banale il gesto di Nino e Cettina, mentre di alto valore l'azione dei trafficanti di armi a forma di sangue, uomini e donne?
 Allora ho compreso che "incoraggiare uno stile di vita profetico e contemplativo ... evita la dinamica del dormire" (Laudatio si', 222).

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Cos'è una icona ?

Icona deriva dal greco-bizantino (oltre che dal greco classico), vorrebbe significare essere simile, apparire. Sostanzialmente immagine.
Vuole essere una raffigurazione sacra dipinta su tavola, prodotta secondo l'interpretazione culturale/religiosa del mondo bizantino e slavo.

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