lunedì 17 agosto 2020

Una riflessione la settimana: Italiani che non conoscono la Storia e si affidano ai populisti e ..

 Ferruccio Parri (19 gennaio 1890--8 dicembre 1981), esponente di primo piano della Resistenza, dal 19 giugno del ’45 è chiamato ad assumere la guida del primo governo dell’Italia liberata. Aveva patito il carcere e rischiato la vita per restituire l'Italia alla libertà.

Da "galantuomo" -come unanimemente è stato riconosciuto da amici e non- così rispose ormai ottantenne a chi gli chiese quale fosse la cosa che nella vita l'avesse deluso di più:

"Mah, il popolo italiano, ecco"

"E' la cosa che mi pesa di più. 

Man mano che mi sono fatto una conoscenza più profonda del popolo italiano, ho toccato i suoi aspetti di scarsa educazione civile e politica. Mi riferisco alla parte prevalente del Paese, non a tutto il Paese".

Anni dopo, Pasolini ripetè lo stesso concetto, non però pacatamente come aveva fatto Parri.

Non popolo arabo, non popolo balcanico,

non popolo antico

ma nazione vivente, ma nazione europea:

e cosa sei ? Terra di infanti, affamati, corrotti,

governanti impiegati di agrari, prefetti codini,

avvocatucci unti di brillantina e piedi sporchi,

funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,

una caserma, un seminario, una spiaggia libera,

un casino!

...

Sprofonda in questo tuo bel mare,

libera il mondo.

Corrado Augias, giornalista e scrittore dei nostri giorni (da cui attingiamo le considerazioni), così spiega l'insoddisfazione contenuta nei giudizi dei due grandi personaggi.

In Italia le grandi libertà civili sono state per qualche decennio del dopoguerra messe in soffitta in cambio di "pane e spettacoli". Di contro le libertà individuali hanno rasentato la licenza, e come sostenne Gramsci, fino alla malavita.

Il senso di tutto è che gli Italiani troppo a lungo per far valere le loro attese non hanno puntato sulla "legge", sul "sindacato", sul "partito" ma sulla malavita (da noi in Sicilia, magari sul boss mafioso, o vicino ad esso), sulle cricche, tutte ... fra loro legate alle classi alte.

Parole terribili, le definisce Augias, che il sociologo americano Edward C. Banfield, annovera come  "familismo amorale".

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