domenica 30 agosto 2020

31 Agosto

 31 Agosto 1302

Guerra del Vespro e ruolo del
Castello di Calatamauro

 I Corleonesi, che avevano partecipato 
alla guerra del Vespro, cinsero d'assedio
le forze angioine arroccate nel castello 
di Calatamauro. In quella circostanza
il vastissimo bosco di Santa Maria fu
enormemente ridimensionato
dai corleonese che appiccarono un immenso 
incendio durato più settimane 
finalizzato a far sgomberare gli
angioini dalla fortezza di Calatamauro.

Il trattato di Caltabellotta (1302) consacra
la pace fra le parti in guerra 
grazie anche al matrimonio fra Eleonora, 
figlia di Carlo d'Angiò, con il re Federico III 
d'Aragona.

Il Castello di Calatamauro conserverà ancora
per altri due secoli un ruolo 
significativo 
con l'immissione  dei Peralta nella Signoria
di
 vastissimi territori del Vallo
di Mazzara
. Il Castello non sarà più
prevalentemente un presidio 
militare,
bensì un centro
di gestione 
agricolo-feudale. Ruolo
che sarà accentuato con l'immissione
nella Signoria dei Cardona, promotori
dell'istituzione nei primi decenni del
Cinquecento dell'Università di
Kuntissa. I Cardona-Peralta puntarono
sull'esportazione del grano attraverso
il porto di Sciacca, da loro controllato. Sta tutta
in questa propensione di
valorizzazione dei feudi la 
disponibilità ad accogliere gli 
arbëreshë sui territori prossimi al fortilizio di Calatamauro.

Stipula della Pace di Caltabellotta tra Federico III di Sicilia e Carlo di Valois, capitano generale di Carlo II di Napoli.

Con la pace di Caltabellotta la Sicilia passava agli Aragonesi, nella persona di re Federico, mentre il Napoletano restava agli Angioini. 

Con gli Aragonesi il potere regio restò fondato sulla collaborazione della vecchia feudalità locale siciliana, i baroni, senza alcuna concessione alle autonomie comunali. Quella pace segna la frantumazione del sud d'Italia in due aree separate e un accentuato arretramento rispetto alla politica di unificazione in precedenza perseguita da Federico II di Svevia. 

Le condizioni economiche dell'area meridionale peggiorano sul piano dello sfruttamento del suolo: si ritorna al pascolo estensivo e al disboscamento, che tanta parte avranno nel regresso economico dell'isola. 

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