venerdì 31 luglio 2020

Francesco Di Martino. Ventesimo anniversario della morte (2)

L'amico, il compagno, il sindaco, 
il politico, l'onorevole.

Come anticipato in più pagine del blog è proposito di chi scrive raccogliere quanta più documentazione necessaria per ricostruire la vicenda umana e più specificatamente quella politica di Francesco Di Martino, sia pure per tratti tematici brevi e mirati, ma il più possibile completi ed esaustivi. 
Si tratta di un compito che in verità per gran parte è già stato compiuto lungo i decenni  che è capitato di stargli vicino per ragioni di lavoro, per ragioni di passione politica ed anche per l'amicizia che è esistita fra i suoi ed i genitori di chi scrive, le cui abitazioni -a Contessa- distavano pochi metri.

Di Martino, Franco come tutti lo conoscevano a Contessa o Ciccio come tutti -fuori Contessa- si riferivano a lui, sin dai primi anni della prima gioventù per ragioni di studio visse a Marineo, paese di origine del padre. A Contessa la scuola media arriverà infatti nei primi anni sessanta e avverrà per pre-condizione ed impegno di governo posto dai socialisti di Nenni per l'accesso nei governi di centro-sinistra. 
La sezione socialista di quegli anni era luogo di riunione di braccianti, disoccupati e di gente che attendeva una chiamata dai propri cugini o amici già emigrati a Sackingen o in altre località della Germania meridionale e Svizzera. 
Franco, studente della scuola superiore, frequentò a Palermo l'Istituto Commerciale, e già in quegli anni era interessato a capire l'assetto sociale e civile locale, di Contessa e più in generale dell'Isola. Frequentando la sezione di Via Croja e confrontandosi con gli iscritti aveva colto per intero le condizioni misere del suo paese natale. 
Nel corso degli anni cinquanta, quando ormai si era definitivamente trasferito a Palermo per completare gli studi superiori e per seguire quindi gli studi di Economia all'Università, abitava in "stanza in famiglia" in una traversina di via Alessandro Paternostro".

Cominciava allora, contemporaneamente agli studi universitari,  la frequentazione della Camera del Lavoro-Cgil di via Giovanni Meli; inizialmente per risolvere pratiche e vertenze sindacali dei braccianti poveri che praticavano la sezione di Via Croja, poi, quando aveva già colto e fatto proprio, in pieno, lo spirito e la vocazione politica dei sindacalisti di quegli anni, socialisti e comunisti, entro cui c'erano personalità di spicco, come quella che diventerà  -in seguito- lo storico Francesco Renda, e che assolvevano al grande e difficile impegno di riscatto  dell'Isola e avevano in quest'ottica condotto l'occupazione delle terre nell'immediato dopo-guerra e quando quell'Organizzazione si adoperava primariamente contro la Mafia, Franco diventa sindacalista organico della Federbraccianti provinciale.

La Mafia in quegli anni cinquanta era fortemente presente ed era fin troppo cattiva pure a Contessa. 
La riforma agraria era stata, come ovunque, paralizzata. I contadini poveri ebbero il lotto di terreno ma non furono ulteriormente sostenuti con quanto serviva all'agricoltura post-latifondista. Si puntava da parte della Mafia e dei partiti ad essa collegati di far fallire la riforma.
Si trattò -come dire- di una riforma a metà, troncata. Come avverrà successivamente per tantissime altre riforme in Italia negli anni sessanta.
Dal sindacato il giovane Di Martino presto passerà all'organizzazione politica giovanile del Partito Socialista Italiano, la FGSI.

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Parecchi anni dopo l'esperienza sindacale nella Federbraccianti,
in anni in cui Franco aveva già percorso strade politiche, amministrative e professionali
di primo piano ed occupava ancora ruoli di grande rilevanza nel contesto socio-politico siciliano e non solo,
nel quasi giornaliero incontro serale che avevamo nella sede della Lega dei Comuni di Piazzetta Bagnasco, o successivamente presso la sua segreteria politic
a, l'ho trovato in una occasione intento a vagliare la documentazione personale  di pensionamento da dirigente regionale.

Con evidente soddisfazione mi passò dei documenti: erano quelli degli anni
in cui era stato funzionario organico della Federbraccianti Cgil. 
A me è sembrato che egli nel corso di quell'incontro serale dedicasse più valore a quegli anni, a quei sostanzialmente pochi contributi previdenziali da sindacalista cgil, rispetto a quelli abbastanza consistenti e più duraturi da alto funzionario della regione Sicilia.

Di Martino l'impegno e la vocazione in favore dei braccianti agricoli non l'ha mai abbandonato.
Già da sindaco e poi ancora da dirigente socialista negli anni sessanta e settanta,  continuò a dedicare
grande attenzione ed ogni sua possibilità per far avviare, espandere e dilatare l'area di rimboschimento sia
a Contessa Entellina che in tutti i comuni della provincia ove i tanti sindaci, compagni di partito, gli segnalavano le, allora, difficili condizioni dei lavoratori agricoli.

In più luoghi dell'Isola, il rimboschimento è stato -va ricordato- un suo costante impegno e
merito. Da ex sindacalista (del periodo giovanile)  lo faceva per creare occupazione ai braccianti, ma da
grande conoscitore delle discipline agrario-ambientali ed economiche
credeva in un mondo migliore per tutti.
Era un socialista.

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