giovedì 23 luglio 2020

Economia e coronavirus. L'Europa c'è

Il Consiglio europeo che si è chiuso due giorni fa sembra  che abbia lasciato tutti i paesi soddisfatti; nessuno ritiene di essere tornato a casa sconfitto. Levando ovviamernte il Salvini di turno che deve sempre e comunque assolvere al ruolo del Bastian contrario.
Per la prima volta nella Storia U.E.
il debito (che serve soprattutto a paesi
super-indebitati come l'Italia) è
stato condiviso e posto in capo
all'Unione, che fortunatamente
vigilerà perchè non sia
sperperato alla maniera
che noi italiani ben
conosciamo.

Sono state infatti poste
le condizionalità che Conte
(per accontentare i populisti)
diceva che non avrebbe mai
accettato.

Noi siamo contenti per le
condizionalità.
Conosciamo infatti i nostri
politicanti.

Gli stessi giornali italiani che hanno sempre l'abitudine di assegnare vittorie e sconfitte ora a Tizio e poi a Caio hanno finora difficoltà  ad individuare chi ha perso.
Quali gli aspetti notevoli
E' la prima volta che l'EUROPA assumerà complessivamente su di sé il debito, enorme, per finanziare i programmi di "ripresa e rilancio" dei singoli paesi.
Il debito che verrà assunto sui mercati finanziari, quindi, non sarà a carico dei singoli paesi, che nel caso italiano pagherebbe alti tassi, (indipendentemente che si tratti del Recovery fund che, eventualmente, del Mes) ma dell'Unione che in buona parte li girerà a prestito a ciascun paese, anche se con tasso d’interesse sotto zero (se rimborsato in sette anni allo 0,07 negativo).
Nei paesi dell'Unione sono previste  generose agevolazioni per chi é in condizioni peggiori di altri (l'Italia, il paese più indebitato del mondo assieme al Giappone). 
Con i deliberati dell'altro ieri l’Europa é davvero una e contemporaneamente fa proprio il valore assoluto della solidarietà. In barba ai sovranisti di tutte le risme l'Europa, grazie alla Merkel e a Macron, si dimostra consapevole che i paesi, soprattutto l’Italia, che sono più fragili (la nostra previsione di Pil é meno 11.2 per il 2020) costituiscono un problema non solo per gli italiani ma anche per i paesi più forti.
L’Europa adesso appare ed è un continente senza confini materiali ed economici e se un paese deraglia le conseguenze le pagano anche gli altri. 
Se in Italia da decenni mancano i veri politici, dobbiamo prendere atto che la cancelliera tedesca Angela Merkel, vera artefice del nuovo modo di "vedere", è un vero politico.
Senza la sua determinazione il Recovery, il Mes senza condizioni, il Sure, ma anche il Quantitativy easing, e il superamento del patto di stabilità e del fiscal compact sarebbero stati scogli  insuperabili. Il nostro Conte ha saputo intuire il nuovo clima che l'alleanza Franco-tedesca poteva determinare.
Quanto del debito europeo
servirà a noi (che nel tempo dovremo in gran parte saldare) ?

Si tratta di quasi 209 miliardi, con oltre 81 in trasferimenti a fondo perduto (però dovremo compensarlo in altre forme) e oltre 127 a prestito. 
Bene si è comportato in questa circostanza Berlusconi, politicamente vicino alla Merkel, in questa circostanza. Da uomo di finanza ha saputo cogliere ciò che Salvini continua a non capire, o forse a non apprezzare.

D’ora in poi spetta agli italiani
Anzitutto bisogna togliere l'inconcludenza populista dai destini del Paese. Di quei populisti che si  oppongono anche ai 36 miliardi del Mes, erogati a tasso negativo e senza condizionalità che non siano l’utilizzo delle risorse per investimenti e spese nella sanità. 
Le motivazioni addotte dai populisti, e di conseguenza dal presidente del Consiglio, al riguardo sono inconsistenti e strumentali. 
E' assurdo che Conte abbia accettato il prestito del Recovery sovraccarico di rigorose condizionalità dettate per quindi accedere alla parte a fondo perduto.  
Perchè i paesi europei che stanno accollandosi parte del debito che serve all'Italia non dovrebbero porre delle condizionalità ? Per far piacere ai populisti ?
Ogni paese europeo sta scucendo soldi per noi, noi dobbiamo garantire sul loro utilizzo perchè non finiscano in regalie e "godi popolo".

I paesi cosiddetti frugali hanno fondati dubbi su di noi, dati i precedenti. Non è per caso che siamo il paese più indebitato del pianeta e che paghiamo montagne di interessi per reggere la baracca.
Negli ultimi trent’anni l'Italia è retrocessa a maglia nera dell’intera Europa,  dopo essere stata, nella vituperata prima repubblica, la quinta potenza industriale del mondo, con un Pil doppio rispetto alla media europea.
Per concludere i soldi che i partner ci daranno non potranno servire per "reddito di cittadinanza", per "quota-100" e per altre immaginazioni tipiche dei populisti. Prendere o lasciare serviranno per "i-n-v-e-s-t-i-m-e-n-t-i", per "creare lavoro".

Da oggi in poi o il governo sarà all'altezza di saper impiegare i soldi europei o, come sappiamo da tempo, quella montagna di soldi tornerà in Europa. Finora mai (nella maggioranza dei casi) abbiamo saputo usare i soldi europei.

L'Europa ha dimostrato che intende farsi carico del socio zoppo che è rimasto indietro, l'Italia. A chi spetta adesso capire che non è con le elargizioni senza scopo che nel terzo millennio si può essere fra i paesi più avanzati. 
Servono gli investimenti, non i sussidi.

 In tutti i paesi del mondo l'iniziativa post-covid di erogare  contributi a pioggia per bici, monopattini, rotelline, baby, mamme e nonni ha stupito chiunque. Tutti i giornali del pianeta hanno ironizzato sul nostro governo a prevalente rappresentanza populista.  
E' con queste visioni populiste che l'Italia potrà riprendersi ?

Serve concentrarsi sulla cassa integrazione (che non arriva), sulle opere pubbliche che risultano bloccate, sulla green economy, sulla scuola che deve poter formare "uomini", e sulla digitalizzazione. 
L'Europa ci sta offrendo una opportunità storica per rinascere.
L'Europa ha manifestato che alla sua base non c'è l'egoismo dei sovranisti ma la solidarietà nella prospettiva di formare uomini amanti della  libertà piuttosto che populisti incompetenti. 

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