giovedì 21 maggio 2020

Tutti siamo chiamati a capire. Strumentazione per leggere la Storia del passato, compresa quella locale

N. 2
La Storia non è un insieme di raccontini, come purtroppo spesso ci viene presentata. 
Troppe cose vengono infatti nascoste attraverso i raccontini, anzi non ci viene detto nulla per capire cosa effettivamente sia accaduto e soprattutto perchè quella specifica circostanza si è verificata.

Attraverso alcune parole-chiave ci proponiamo di contribuire a risolvere alcune circostanze mai chiarite e spesso eluse. 
Ci piacerebbe se alle nostre chiavi di lettura venissero aggiunte ulteriori precisazioni e aggiunte/collaterali a cura di chi lo desidera.


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PARLAMENTO FEUDALE

Il termine ci capita -ancora- mentre stiamo provando a capire che ruolo abbia avuto l'Abazia di Santa Maria del Bosco nei confronti della comunità arbëreshe di Contessa dal cinquecento all'ottocento e se  un ruolo ci sia mai stato.

Resti di Castello di
Calatamauro

ipotesi tutta da documentare
I domini feudali-medievali dei Peralta
in Calatamauro erano troppo contigui
alle pretese e aspettative di estensione dell'Abazia
di Santa Maria del Bosco.

I Cardona verosimilmente non trovarono
altro rimedio che quello di  localizzare
un centro abitato sui feudi di confine di
Serradamo-Contesse.
Prima ancora che arrivassero gli arbëreshe il Monastero aveva già conseguito un ruolo abbastanza rilevante ed i Peralta-Cardona, è una nostra convinzione per la quale cerchiamo tuttora supporti, temevano che le donazioni regie di vasti feudi all'Abazia potessero avvenire pure ai danni dei propri domini. 
Era già capitato che le signorie feudali di Batellaro fossero venute meno e che a beneficiarne fosse stata soprattutto l'Abazia. Da qui, è semplicemente una nostra ipotesi, l'avere scelto da parte dei Cardona-Peralta un sito quasi a ridosso dell'Abazia per la fondazione del paese degli arbëreshe. Ultima propagine dei loro domini che facevano capo a Calatamauro.

Durante il governo dei Normanni il Parlamento non era altro che una riunione di feudatari. Col tempo vi parteciparono solamente quei feudatari appositamente convocati e la Curia Regia ottenne un potere politico come Concilium Regis in Parlamento, ovvero "il Concilio parlamentare del re".
Venivano tenute riunioni congiunte di Curia Regis e Magnum Concilium per discutere argomenti che il re giudicava importanti.Era diritto dei membri della Curia finire le questioni imminenti dopo l'allontanamento del Magnum Concilium.
Fino al XIV secolo la funzione del Parlamento fu in gran parte giudiziaria, ma il suo sviluppo fu accelerato dal graduale controllo assunto sulle finanze e sulle tasse. E' da quest'ultime problematiche che l'influenza del Parlamento è andata via via accrescendosi mediante un ruolo attivo nella legislazione ai danni del ruolo regio.
L'Abate di Santa Maria del Bosco faceva parte di diritto del Parlamento di Sicilia, occupando il 45° posto. Non è che il Parlamento in quei secoli era protettivo nei confronti dei siciliani; il suo ruolo era sostanzialmente ridotto a regolare l'entità dei donativi da conferire alla Corte e nel richiedere la grazia su gravi delitti. Il braccio ecclesiastico a cui apparteneva l'Abate di S. Maria era affiancato dal braccio militare e da quello demaniale (le città).
L'estensione terriera di Santa Maria arrivò a 2.180 salme.

I Feudi e le masserie di Santa Maria del Bosco
1) Alvano
2) Apparia
3) Barraù
4) Bosco di Santa Maria
5) Cappuccio
6) Carrubelle
7) Castro
8) Conte Ranieri
9) Cresta di Gallo
10) Errico Abate
11) Fantasina
12) Fiumara
13) Fontana Cavata
14) Fosse di Neve a Barraù
15) Frattina
16) Giacomazzo
17) Giancavallo
18) Giardino e mulino Errico Abbate
19) Liotta
20) Marusella
21) Molara
22) Molè
23) Moranda
24) Pomo di Vegna
25) Rogirello
26) San Pietro
27) Ser Gandolfo
28) Tarucco
29) Val di Monaci
30) Val di Vicari
31) Vasallo

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