martedì 12 maggio 2020

Contessa Entellina oggi. Sconfiggere la crisi da "coronavirus" per avere una società migliore; migliore di quella che ci sta alle spalle.

Sicilia
La Mafia esiste; esiste in ogni 
angolo della vita sociale dell'isola
Attività ferme per il lockdown, una drammatica crisi economica, imprese sull'orlo della chiusura e Cosa nostra pronta a sfruttare l’emergenza conseguente a due mesi di fermo del sistema economico.  E’ quanto sta emergendo nella realtà economica palermitana in queste ore nell’inchiesta della Dda che ha portato all’arresto di 91 tra boss, gregari ed estortori mafiosi. 
Il gip che ha disposto gli arresti asserendo di «contesto assai favorevole per il rilancio dei piani dell’associazione criminale sul territorio d’origine e non solo».
I dati dell'inchiesta sono preoccupanti. «Le misure di distanziamento sociale e il lockdown su tutto il territorio nazionale, imposti dai provvedimenti governativi per il contenimento dell’epidemia, hanno portato alla totale interruzione di moltissime attività produttive, destinate, tra qualche tempo, a scontare una modalità di ripresa del lavoro comunque stentata e faticosa, se non altro - scrive il giudice - per le molteplici precauzioni sanitarie da adottare nei luoghi di produzione. Da una parte, l’attuale condizione di estremo bisogno persino di cibo di tante persone senza una occupazione stabile, o con un lavoro nell’economia sommersa, può favorire forme di soccorso mafioso prodromiche al reclutamento di nuovi adepti». 
«Dall’altra, il blocco delle attività di tanti esercizi commerciali o di piccole e medie imprese - spiega - ha cagionato una crisi di liquidità difficilmente reversibile per numerose realtà produttive, in relazione alle quali un "interessato sostegno" potrebbe manifestarsi nelle azioni tipiche dell’organizzazione criminale, vale a dire 
l’usura, 
il riciclaggio, 
l’intestazione fittizia di beni, 
suscettibili di evolversi in forme di estorsione o, comunque, di intera sottrazione di aziende ai danni del titolare originario». 
«Con la crisi di liquidità di cui soffrono imprenditori e commercianti - conclude il giudice - i componenti dell’organizzazione mafiosa potrebbero intervenire dando fondo ai loro capitali illecitamente accumulati per praticare l’usura e per poi rilevare beni e aziende con manovre estorsive, in tal modo ulteriormente alterando la libera concorrenza tra operatori economici sul territorio e indebolendo i meccanismi di protezione dei lavoratori-dipendenti».  
«L'inchiesta che abbiamo coordinato è la dimostrazione di quanto nelle scorse settimane era frutto di analisi e previsioni. Ora abbiamo i fatti. 
La mafia approfitterà di questo periodo di emergenza sanitaria per infiltrarsi nell’economia». 
Lo dice il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, illustrando i particolari dell’inchiesta che oggi ha portato come sopra già riportato all’arresto di 91 mafiosi del clan mafioso dell’Acquasanta. «Quest’indagine dimostra, ancora una volta, che Cosa nostra ha un controllo capillare del territorio. Nessuna attività economica sfugge al tentativo di condizionamento dei boss che arrivano a controllare perfino i banchetti di vendita dei mercati rionali. 'Lo scaro è nostrò, si sente in una intercettazione che si riferisce proprio al mercato ortofrutticolo». 
Lo Voi ha fatto un lungo elenco di attività controllate dal clan: dagli appalti dei cantieri Navali, grazie a coop compiacenti, alla produzione e vendita del caffè imposto ai commercianti palermitani con intimidazioni, alle estorsioni, fino al settore delle corse ippiche. 
Contessa
Si stanno vivendo belle giornate. 
Temperatura primaverile e giornale assolate che offrono una natura ancora immersa nel verde che però inizia a mostrare quà e là i colori del biondo estivo.
La vita scorre silenziosa di quest'angolo di Sicilia ed è interrotta da alcuni lavoratori attrezzati con tutine e altre protezioni che provano a ripulire l'invasione di erbacce che si è impadronita delle strade, piazze e slarghi. Ci auguriamo che si occupino oltre che degli assi principali anche delle traverse secondarie e dei cortili. Le erbacce (sintomi eloquenti di un paese disabitato) sono ovunque e d'altronde il servizio pubblico di raccolta e pulizia è pagato da tutti (così speriamo).
Nulla d'altro si coglie nel nostro paesino, se non la ricerca di tanti (i tanti -pochi- che si dedicano agli orti familiari) che provano non sempre con esito positivo a procurarsi le piantine da collocare nei campi più o meno vicini al centro abitato.

Da lunedì in Sicilia, e quindi a Contessa, riapriranno bar, ristoranti, parrucchieri e negozi, come confermano da Palazzo d’Orleans. Il governatore -Nello Musumeci- entro giovedì firmerà una ordinanza per consentire queste aperture, da lui stesso richieste tra l’altro nei giorni scorsi. La notizia è arrivata dopo la conferenza Stato-Regioni, in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dato il via libera ad aperture regionalizzate in aree con contagi bassi, prevedendo la possibilità di intervento di Roma per richiudere tutto in caso di incremento dei positivi da coronavirus.
Parrucchieri, barbieri e similari servono davvero; ciascuno di noi ha capigliature lunghe e disordinate che attendono di essere rimesse a dovere dopo più di due mesi di lockdown
Ciò che ci auguriamo è che anche da noi, a Contessa, queste attività riprendano la loro attività. Il timore è che -come nel resto del Paese- le tante prescrizioni fissate nei vari protocolli del ri-avvio non scoraggino i titolari sommersi dal crollo delle entrate e pure intimoriti dai significativi investimenti richiesti per l'adeguamento dei locali destinati alla riapertura.

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