mercoledì 1 aprile 2020

Stare in casa. Lo dicono le Autorità, ma soprattutto loro non sanno il perché. Specialisti e tecnici decidono

La peste del 1348 
La peste, o meglio la "peste nera", così chiamata perchè si manifestava con la comparsa di grosse macchie nerastre su alcune parti del corpo, veniva dall'Oriente. 
Pure il coronavirus viene dall'Oriente. 
(Leggere pure: Ancora: "La peste del 1348) e "La peste nera descritta da Boccaccio"

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Il Decamerone è la famosa opera di Giovanni Boccaccio, scritta tra il 1348 e il 1353, raccolta di 100 novelle narrate in un periodo di 10 giorni da 10 giovani (sette donne e tre uomini), da cui il titolo.
Il Decamerone nasce dalla fuga dei suddetti giovani che abbandonavano Firenze  per salvarsi dalla peste del 1348 che allora vi infuriò. Riuniti insieme, in un podere suburbano, per passare il tempo decidono decidono di raccontare una storia al giorno fino alla fine della peste.

Questi racconti, che variano da quello licenzioso  a quello umoristico, a quello subblime, rivelano la profondità, la sensibilità,e, non ultima, la grandezza di Boccaccio.
Il libro è il primo capolavoro italiano in prosa, che ispirò scrittori e studiosi del Rinascimento e dei secoli a venire.
Le canzoni che chiudono ogni giornata costituiscono alcuni dei maggiori poemi lirici di Boccaccio.

La peste, una epidemia infettiva molto diffusa, generalmente portata da pulci che infettavano altri animali, in particolare i topi. 
Era nel XIV secolo pure chiamata Peste Nera e colpì per tutto il Medio Evo, sterminando vaste popolazioni con gravi ricadute sulla vita sociale, sulla politica e sull'economia del tempo. Ricadute che subiremo nei prossimi mesi ed anni anche noi "cittadini del XXI secolo", quando auspicabilmente avremo debellato il coronavirus.

Quell'infezione che si diffuse nel Medioevo originava dall'Oriente e dilagò in Occidente, in Europa, secondo due tipologie: 
--bubbonica
--polmonare.

La peste bubbonica era caratterizzata da un ingrossamento dei linfonodi;
La peste polmonare invece colpiva i polmoni.

Un terzo tipo, il più micidiale, era la peste setticemica, che intaccava il sangue, causando la morte prima che potessero manifestarsi i sintomi  di uno degli altri due tipi.
L'agente dell'infezione, leggiamo su un libro di storia, era il bacillo chiamato Pasteurella pestis.

I precedenti
Le prime pandemie di cui abbiamo descrizioni storiche si verificarono nel VI secolo, dando inizio al flagello della peste cominciata nel 450.
Mentre l'Impero Romano d'Occidente si piegava sotto l'incalzare dei barbari e si estingueva, proprio allora l'Impero Romano d'Oriente non trascorreva vita tranquilla. Il flagello della peste iniziato appunto nel 450 causò lo spopolamento di gran parte di Costantinopoli, Antiochia e Damasco, tutte città fiorenti e cuore dell'impero greco-bizantino. E questo favorì l'infiltrazione in più parti del territorio imperiale degli arabi.
A causa della peste pure i califfi che avevano fissato come loro sede Damasco dovettero abbandonare la città e -leggiamo su più testi di storia- il flagello perdurò oltre la calda estate di quell'anno. Il che ci fa dubitare di coloro che pensano che l'arrivo dell'estate possa far contrarre l'epidemia sorta nel mondo all'inizio del 2020 e che ci tiene chiusi nelle case.

Le epidemie successive a quell'anno 450 d.C., l'anno in cui entrambi gli Imperi che si rifacevano a Roma, subiscono gravi declini, continuarono successivamente a colpire a ondate e creando gravi perdite umane e materiali sia ad Occidente che in Oriente, anche nei crescenti domini islamici.

Altra pestilenza di cui più storici si sono occupati è stata la "peste dei bambini" attorno al 650 che annientò la parte della popolazione priva di difese immunitarie, i bambini. 
Anche in questa epidemia notiamo differenze dall'attuale epidemia di "coronavirus"; questa in prevalenza causa la morte degli anziani.
Dal 750 in Europa non si parlò più di peste per alcuni secoli.

Il ritorno dall'Asia Centrale di essa, nel 1348, fu invece terribile. Fu la "peste nera" e colpì in quell'anno per l'ennesima volta Costantinopoli, ancora capitale dell'Impero Romano d'Oriente, e si diffuse in Italia, Francia, Gran Bretagna e quindi in Germania, Polonia, Scandinavia (1350).
Dove la peste nera arrivò la popolazione perdette, allora,  dai due terzi ai tre quarti dei componenti umani. Nell'Europa di allora vennero meno venticinque milioni di uomini.

Allora la Scienza era da venire, e gli esseri umani avevano bisogno di un capro espiatorio. I tanti fanatici di quei tempi (fra cui i Flagellanti) lessero il fenomeno come castigo della divinità. E quello fu tempo di continue persecuzione e spesso sterminio di ebrei.
Molte regioni si spopolarono, fra cui la Sicilia, ed ai regnanti e alle loro corti feudali riusciva difficile conservare e perpetuare il regime feudale nei suoi originari capisaldi; i servi della gleba (ormai ridotti fortemente nella consistenza numerica, perchè sterminati dalla peste) con frequenti e decise rivolte rivendicarono la loro indipendenza e dignità di "uomini". Sono note -a tale proposito- soprattutto le rivolte dei contadini in Inghilterra e la Jaqueria in Francia.
La precedente società agricola-feudale fu costretta ad adattarsi alla scarsezza di manodopera ed iniziò il sempre più deciso avvio della meccanica e della scienza agricola, almeno nel Settentrione dell'Europa. Di contro nell'Europa mediterranea il regime feudale non trovò di meglio che accogliere la manodopera delle aree balcaniche -impaurita dal crollo di Costantinopoli- che abbondantemente arrivò in Sicilia e nel meridione della penisola. 
Ma questa, come i nostri pochi lettori sanno, è un'altra storia su cui il Blog ha dedicato finora ampio spazio.

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