lunedì 6 aprile 2020

Dissero


Interrogato a pronunciarsi sulla Religione il più grande filosofo laico del Novecentyo italiano, Norberto Bobbio, diceva che 

"La vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa".

Pensare, oppure ripensare al senso complessivo del trovarsi al mondo: se cioè se esista un senso (Dio), oppure no; così rifletteva Bobbio.
Il periodo di "quarantena" che ci troviamo ad attraversare può servire per riflettere.

 All'età di 90 anni, a corto di forze ma non di lucidità, il grande pensatore ha colto un punto cruciale ancora valevole in questo periodo di "forzata quarantena" per credenti e no:
"L’uomo vive, senza averlo voluto, in un mondo che dura da milioni di anni, ed è stato per la maggior parte delle specie che vi hanno abitato inospitale se non addirittura micidiale. Recentemente, tanto per fare il primo esempio che mi viene in mente, il terremoto in Turchia ha fatto più vittime della guerra del Kosovo. Per non parlare delle recenti alluvioni in India e in Cina, che spazzano via in pochi minuti migliaia e migliaia di uomini e donne presi alla sprovvista. Quale sia la ragione per cui alcuni Paesi sono flagellati da simili calamità, e altri no, nessuno lo sa. E nessuno lo sa, perché nessuno può saperlo. Non lo sa l’uomo di ragione, ma non lo sa neppure l’uomo di fede. Eppure l’uomo di fede è in certo qual modo obbligato a dare una giustificazione, mentre l’uomo di ragione può farne a meno. In realtà anche per l’uomo di fede alcuni dei massimi problemi, che assillano la nostra mente durante il percorso della nostra vita, sono senza risposta. Sono, come tu stesso ammetti, un mistero. Non mi è assolutamente chiaro quale differenza ci sia tra il mistero cui si apre l’uomo di ragione e il mistero in cui è immerso lo stesso uomo di fede.
Che la risposta dell’uomo di fede sia consolatoria, e Dio sia quel famoso «tappabuchi », cui tu stesso accenni, fa certamente una bella differenza rispetto alla liberazione dell’angoscia mortale cui tu ti richiami spesso da Pascal a Kierkegaard. Ma ci dobbiamo accontentare? E se quell’essere ineffabile, di cui non possiamo e non dobbiamo dire alcunché, fosse al di là del bene e del male, indifferente a ciò che per noi uomini e per qualsiasi altro essere vivente è bene o male?"

Si può, volendo, riflettere sulla Grande Settimana

Settimana santa 2020. 
Inizio
nel rito romano:
domenica
 
5 aprile
Fine:
sabato
 
11 aprile
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Java e Madhe dhe e Shejte, ovvero la Grande e Santa Settimana, nel rito bizantino ha inizio nella vigilia della Domenica delle Palme (Rromollidhet) sino alla domenica di Pasqua (Pashkët).
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Per il credente la Settimana Santa ricorda la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, centro e cuore della religione cristiana.
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