lunedì 30 marzo 2020

Tempo per riflettere.Pensiero filosofico nell'età ellenistica

Un giovane studente ci chiede di pubblicare -in questo tempo in cui la Scienza cerca di porre rimedio al coronavirus- 
quanto segue:

Dice Epicuro nell'XI Massima Capitale:


"Se non ci turbasse la paura delle cose celesti e della morte, nel timore che esse abbiano qualche importanza per noi, e l'ignoranza dei limiti dei dolori e dei desideri, non avremmo bisogno della scienza della natura".


Questa massima è significativa poiché radica il bisogno di sapere e la conoscenza della natura nella necessità che l'uomo sente di liberarsi dal dolore e dalla paura.

Tutto ciò è sufficiente a delineare lo sfondo pratico della filosofia di Epicuro e, in questo senso, la centralità del problema etico anche al fine della formazione del sapere scientifico.

Per Epicuro il sapere sorge in quanto viene incontro ai bisogni; per converso la pienezza della vita non può essere disgiunta dalla sapienza e dalla saggezza. Tutto ciò è icasticamente formulata nella XII Massima Capitale  dove si legge: "Così non era possibile senza lo studio della natura avere pure gioie".
Questo motivo è ripreso subito dopo nella XIII Massima Capitale in questa forma "A niente giovava il procacciarsi sicurezza dagli uomini finchè rimanevano i sospetti e le paure per le cose del cielo e dell'Ade e di ciò che avviene nell'Universo".

Gli scopi dell'XI Massima fondamentalmente sono due:
-la liberazione dal timore delle cose celesti e dal timore della morte
-la determinazione dei limiti dei dolori e dei piaceri.

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