venerdì 20 marzo 2020

Il mondo che cambia. Il coronavirus una volta sconfitto avrà inciso nel vivere futuro


L'Insegnamento a distanza
Tempi quelli correnti inimmaginabili all’inizio dell’anno 2020. 
Quando già i media iniziarono a riferirci del coronavirus in Cina immaginavamo che si trattasse di qualcosa connesso ai misteri dell’Estremo Oriente. Cose cinesi!
Ed invece no.
Un insegnante ci ha dato pochi dati sufficienti per farci capire come la sua professione sia divenuta completamente diversa da come l’immaginario dell'attuale corpo insegnante era abituato a coglierla quando frequentava l’Università.
Il lavoro comincia con l’accensione del computer fisso. Non esiste più il bidello che suona l’inizio delle lezioni.
Gli insegnanti hanno sostenuto, prima di essere immessi in servizio, concorsi ed esami di abilitazione su varie materie e discipline ma quasi nessuno di essi si era seriamente dedicato all’Informatica. Adesso tutto il sapere da trasmettere alle giovani generazioni -nei giorni del coronavirus- deve invece transitare  attraverso mezzi tecnologici.
Didattica a distanza, ovvero da casa.
L’epidemia che tiene in trepidazione l’intero mondo sta adesso imponendo i domiciliari a tante, a troppe persone. E tuttavia la dinamica del sistema socio-economico del terzo millennio non può (non deve) completamente fermarsi.
Ai nostri giorni è d’obbligo  connettersi su più piattaforme dai nomi strani, strani per chi non ha mai familiarizzato con l’inglese.
In genere si comincia con la videoconferenza -sempre che la connessione funzioni- e si avvia l’appello dei presenti (presenti alla videoconferenza).  Tanti i Sì, ed anche i no, e non mancano i messaggi sulla chat di WhatsApp dei tanti che fanno sapere di non riuscire a connettersi.
Ed i professori, che mai avevano immaginato di svolgere simili confronti provano a far convivere tutti nella classe immaginaria.
Quando la connessione si sblocca (stiamo immaginando noi) tutto comincia col “Buon giorno ragazzi!”.

E’ ovvio che di tanto in tanto debba vibrare  il cellulare, la chat di qualcuno.
Che c’è?
“ Professoressa, anche mio fratello ha lezione e gli serve il computer. Come faccio?”.

Abbiamo semplicemente immaginato; probabilmente le cose scivolano un po' più agevolmente di quanto da noi riportato.

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