lunedì 23 marzo 2020

Contessa Entellina oggi. Chiusi bar e negozi, aperti alimentari e banche

Vivendo il tempo del "coronavirus" in un piccolo paese di provincia.

In Sicilia il Presidente della Regione, Nello Musumeci e alcuni sindaci mostrano indignazione perchè ieri notte alcuni (centinaia ? migliaia?) siciliani da tempo emigrati nel Settentrione del Paese, dove sono state chiuse tutte le fabbriche e le attività estranee alla filiera agro-alimentare, sono transitati attraverso lo Stretto di Messina e tornati nelle loro case dell'isola dove poter rimanere per tutto il periodo di ferie obbligate dalla sospensione dell'attività. 
Il timore delle autorità è che costoro, scappati via dalle aree infette, possano portare nell'isola il contagio del coronavirus.

L’allarme dei politici è in un certo senso giustificato dal fatto che molti dei lavoratori e degli studenti rientrati in Sicilia hanno finito (nelle settimane passate) per trasformarsi in un grave veicolo di infezione. 
Timore manifestato già a fine febbraio da Musumeci quando invitava a bloccare turisti e migranti nelle aree già contaminate.

Un episodio è accaduto pochi giorni fa a Villafrati, in provincia di Palermo, dove una ragazza appena rientrata da Milano è andata a salutare il nonno ospitato in una residenza sanitaria assistita, ignara del disastro che sarebbe insorto. Il nonno e tanti altri anziani ospiti della struttura sono rimasti infettati. Tutti in quarantena obbligata. O trasferiti nel cosiddetti Covid Hospital, del tipo di quello attivato a Partinico, a pochi chilometri dall’aeroporto di Palermo. 

Tamponare l’emergenza è la parola d'ordine in Sicilia. Qui tutti sappiamo che mancano le strutture sanitarie, quelle che nel Nord hanno posto finora riparo a situazioni che sarebbero finite ancora peggiori di come stanno manifestandosi. 
Il Meridione, Sicilia in testa, rischia di non potere arginare il dilagare del coronavirus. La Sanità da noi quando è andata bene (per il giudizio collettivo) ha saputo erogare stipendi. Investimenti e ricerca -pur esistendo in alcuni contesti che hanno prestigio e fama- da noi sono esistiti nei discorsi dei politici.
Investire seriamente e nei tempi opportuni non si è mai usato; il denaro pubblico è sempre servito per il clientelismo.

Contessa ?
Qui sembra di vivere lontani dal mondo. 
Se non fosse per Don Andrea che anima tutti i pomeriggi con canti religiosi e preghiere diffuse sull'intero abitato mediante l'altoparlante si avrebbe la sensazione di trovarsi a vivere in un deserto.

La stessa lettura di libri, di giornali e lo svolgimento di altri impegni familiari, nel clima complessivo appaiono per nulla formativi e affatto soddisfacenti per non dire vuoti se prima non cominceranno ad arrivare le buone notizie, almeno l'inversione di tendenza. 
Servono le buone notizie che ci facciano intravedere se non l'uscita dal tunnel almeno la prospettiva che la crisi sia arrivata -appunto- alla svolta, alla imminente contrazione.  

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Questi i dati -alle 12,oo di oggi in Sicilia- che fanno riflettere:

Dall'inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento sono 6.375. Di questi sono risultati positivi 721 (91 in più di ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 681 persone (85 in più rispetto a ieri). 
Restano ricoverati 310 pazienti (39 a Palermo), di cui 60 in terapia intensiva.
Coronavirus, frenata dei contagi in Sicilia: +91 rispetto a ieri, salgono a 13 i morti


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