mercoledì 26 febbraio 2020

La Scienza ed il Progresso. Dal Novecento ai nostri giorni (2)

LA SCIENZA: Un'affermazione è credibile, in misura variabile, se di essa sono pubblicamente disponibili prove, e il grado di credibilità dell'affermazione dipende dalla qualità di tali prove al momento di valutarla. 
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Anche il coronavirus 
sarà sconfitto dalla Scienza e dalla cultura in generale

Secondo Gananath Obeyesekere, professore emerito di antropologia all'Università di Princeton, uno dei fenomeni culturali più interessanti degli inizi del Novecento è stato l'avvento di un modo nuovo di scrivere la Storia che ha comportato la descrizione e l'analisi della società, circostanza mai avvenuta prima di allora. L'interesse dei grandi storici dell'Occidente e pure di altre parti del pianeta (p.e. Cina) era stato rivolto fino ad allora alla storia dei grandi condottieri, delle grandi dinastie oppure alle guerre oppure ancora alla glorificazione di un impero o di una nazione. 

Raramente le classi sociali subalterne sono state considerate, prima del Novecento, come attori, protagoniste degli eventi mondiali. Di contro nei primi decenni del Novecento gli studi etnografici e storici fecero emergere interessanti descrizioni ed analisi mai prima recepite dalla Storia ufficiale. 

  1. Il termine "cultura" acquista un significato nei termini in cui -oggi- noi lo usiamo solamente negli anni sessanta del Novecento. La cultura di un popolo, di una comunità, non è altro che l'insieme (ed anche la diversità) degli elementi che possiede su tutto  ciò che lo circonda.

Per Max Weber la cultura, la realtà del mondo e della natura, è di per sè priva di forma e di significato, sono invece gli uomini che assegnano dei significati ad essi. La cultura è quiindi definita come quella parte della realtà "a cui gli esseri uomani assegnano dei significati e importanza".
Quando vengono assegnati significati (pubblicamente e condivisi), la cultura stessa finisce per diventare la realtà attraverso cui il mondo viene percepito, definito e strutturato. Ne consegue che il mondo animale può esserre diviso in specie e le società umane divise invece in culture (da qui deriva il relativismo culturale).

L'Informazione

In questi giorni, da quando è scoppiata la vicenda "coronavirus", i media ci stanno presentando l'ntera problematica come una sorta di "fine del mondo". Programmi tv ininterrotti e pagine e pagine di giornali.

Fra le tante cose abbiamo capito:
Tutti i virus influenzali hanno una "tendenza" a variare, lo ha spiegato l’Istituto Superiore Sanità, "cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la barriera costituita dalla immunità presente nella popolazione che in passato ha subito l’infezione influenzale". In parole povere: questi virus mutano in modo da evitare che gli anticorpi creati dalle precedenti versioni del virus siano ancora efficaci.
Questa peculiarità ha due conseguenze dirette: da un lato la composizione dei vaccini influenzali va aggiornata ogni anno; dall’altro è fondamentale l’attività di sorveglianza per monitorare stagionalmente la diffusione della malattia e le sue caratteristiche, come il numero dei contagiati.
Taglio informativo ripreso da un articolo de
La Repubblica
Fra coloro che muoiono in Italia ((650 mila persone l'anno) uno su mille muore di influenza. I morti di influenza sono quasi due al giorno. 
Ogni giorno due. Quel numero è una media che come molte medie distorce la realtà: le morti di influenza avvengono nel giro di quattro mesi e quindi fra novembre e febbraio ogni giorno di influenza muoiono almeno 5 persone al giorno. Va tenuto conto del fattore età: il 95 per cento dei morti di influenza ha più di 65 anni; il 77 per cento più di 80. Gli altri, guariscono. Quanti? 
1) In queste settimane gli italiani a letto per l'influenza sono circa 656 mila, il che porta a 5 milioni 632 mila i casi di influenza quest'anno. Siamo quasi a un italiano su dieci influenzati. 
2) La principale causa di morte in assoluto in Italia sono le malattie del sistema cardiocircolatorio: 638 persone ogni giorno. 
Abbiamo controllato colesterolo o trigliceridi? 
Abbiamo cambiato dieta? 
3) La seconda i tumori (483 al giorno): 
Abbiamo fatto la prevenzione? 
Abbiamo fatto una donazione a qualche centro di ricerca? 
4) Più di 10 persone muoiono ogni giorno in incidenti stradali: 
Qualcuno per caso vuole fermare la circolazione? 
5) I dati sono implacabili, ma gli avverbi sono più insidiosi: 
Se diciamo "già 300 casi di coronavirus" stiamo dicendo che il virus è più veloce del previsto; se diciamo "solo 300 casi" stiamo dicendo il contrario. 
L'ansia non nasce dai numeri ma dagli avverbi. 

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