venerdì 14 febbraio 2020

Curiosità Bisacquinesi. Orgoglio di appartenenza e tanti spunti per riflettere

 Conoscere la Storia ed il territorio

Fra qualche tempo riprenderemo a scavare su quella che è stata la vicenda storica che ha condotto oltre cinque secoli fa gli arbëreshe ad insediarsi sul territorio dell'odierna Contessa Entellina.

Per intanto ci soffermiamo a consultare il volume curato dai tre amici bisacquinesi (Totuccio Salvaggio, Pellegrino Margiotta e Peppuccio Nicolosi), amanti della storia locale del loro paese quanto noi lo siamo di quella di Contessa.

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Dal volume "Bisacquino, Segreti e misteri" curato da Totuccio Salvaggio, Pellegrino Margiotta e Peppuccio Nicolosi estrapoliamo, senza riflessione/commento, una pagina che riguarda "Il Castello di Patellaro (o Batellaro)".

La prima notizia del Castello è contenuta nel cosiddetto "Libro di Ruggero": un testo di geografia compilato dal geografo Idrisi (anno 1154) il quale afferma "Da Corleone a Batellari, verso sud, vi sno quattro miglia franche. Batellari castello di antica costruzione bello e inacessibile, ha intorno una corona di monti e vi abbondano le acque".
Nel sec. XII, il sit fu feudo di Goffridus de Battallaro. Alla sua morte, le terre tornarono alla Corona che nel 1178 le concesse all'Arcivescovado di Monreale:
"Hoggi nel territorio dell'Arcivescovado  non lungi dal Busacchino è un castello, che senza dubbio è il luogo delle predette possessioni".
Il possesso del Castello, nei secoli, passò a diverse nobili famiglie: Camerana, Calandrino, Peralta, Fatta, Tortorici.
Il Castello dominava e controllava i casali esistenti sul territorio, le attività agricole, la siicurezza degli uomini e dei raccolti. Aveva inoltre la funzione della sorveglianza della strada Palermo-Sciacca.
Oggi possiamo osservare  in parte le antiche vestigia ed, in parte, il riadattamento successivo del luogo a masseria fortificata.     



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