domenica 2 febbraio 2020

10 Giugno (1940). L'Italia va in guerra

Il primo inverno di guerra in Germania

A Dicembre (1939) Hitler è impaziente perchè lo Stato Maggiore non ha ancora messo a punto -in via definiitiva e puntuale- il piano di invasione della Francia da attuarsi attravesando i territori belgi e olandesi. Due erano i piani, che in qualche modo dovevano integrarsi, quello dei generali Gerd Von Rundsted e Erch Von Manstein.
E mentre i generali (compreso l'intero Stato Maggiore) litigavano fra loro si era ormai arrivati alla fine dell'anno. Fine anno di guerra, diverso da quelli a cui la Germania era abituata. Gli uomini erano tutti lontani dalle loro case; tanti erano posizionati lungo il confine occidentale (linea Maginot)  ed altri nei paesi di recente occupazione (Polonia, Norvegia, Danimarca, oltre che in Slesia ed Austria)*.

Nel Paese vigeva l'ordine -imposto dalla Polizia- di tenere tende e persiane ben chiuse, strade al buio e i pochi passanti sembravano tutti taciturni e con l'aria depressa. 
Le scorpacciate di fine anno erano ricordi del passato e le vetrine dei negozi, a Berlino come nelle altre città, erano ben ornamentate ma non esponevano nulla da proporre alla vendita. Tutto infatti veniva ceduto sulla base del razionamento disposto dalle Autorità (dal sapone ai dolciumi). 
Enzo Biagi, nella sua monumentale opera sulla Seconda Guerra Mondiale,  per dare il senso del duro regime di guerra imposto ai tedeschi, che fino a quel Dicembre 1939 apparivano vincitori e diligentissimi nel perseguire le linee del governo, riporta che "La mancanza di sapone provoca disagio. I preti tedeschi, aguzzando l'ingegno, decidono di sostituire ai vecchi colletti inamidati, che ormai è impossibile lavare, dei colletti di carta che si rivoltano il giorno dopo e poi si gettano via. William I. Shirer, corispondente a Berlino di una stazione radio americana, per mancanza di sapone decide di farsi crescere la barba, ma deve rinunciare quando scopre che davanti alla sua barba nessuno riesce a trattenere le risa".      

Più grave della mancanza di sapone e  di tutti i generi di prima necessità, quell'inverno, fine anno 1939/40, il più freddo della loro Storia recente, è stata la assoluta mancanza di carbone; a Berlino il termometro segnò -15°

Nonostante il carbone fosse scomparso dalla circolazione le ordinanze delle autorità prevedevano gravissimi provvedimenti a carico dei religiosi che, in chiesa, avessero fatto uso di carbone.
Già da mesi era vigente il razionamento dei viveri e a dicembre arrivò pure la tessera per il razionamento dei capi di abbigliamento.

Chi avesse osato sintonizzare la radio su programmi stranieri finiva immediatamente per essere arrestato per immediatatamente  subire una non breve reclusione.

La Patria necessitava di soldati e l'innimmaginabile sotto il nazismo diventò realtà. Le ragazze non dovevano semplicemente essere buone casalinghe, ma -nelle scuole per spose- si spiegò (su direttiva di Himmler) che "pur anche se non sposate" "purchè avvenuto con profonda serietà etica" e non "per frivolezza"  esse erano autorizzate a "procreare".
I ragazzi dai dieci ai diciotto anni si arrullavano in quel clima politico nella Hitler Jugend. 
Il libro che dai primi di gennaio 1940 andò a ruba fu il Mein Kampf .

Passate le festività di fine anno, il 10 gennaio 1940 Hitler fissò per il 17 gennaio l'inizio dell'offensiva per invadere la Francia,  violando la neutralità di Belgio ed Olanda.
===
(*) In sintonia con la Germania, l'Unione Sovietica di Stalin aveva invaso i tre paesi baltici (Estonia, Lettonia, Lituania) e Finlandia. 

Nessun commento:

Posta un commento