giovedì 23 gennaio 2020

Diritti Umani. La Rivoluzione francese mise in moto un processo che dura ancora

Sul Blog stiamo affrontando il cammino della nostra piccola comunità contessiota nei cinquecento anni dalla sua istituzione. Abbiamo deciso di affrontarla su due piani, su due tempi: 1) dall'inizio feudale e asservito al potere signorile e 2) dall'avvio, lento e difficile e che dura tuttora del riconoscimento della dignità umana (il periodo post rivoluzione francese).
Perchè ?
Perchè la storia locale se non è letta nel contesto più ampio della storia dell'intero Occidente non ci trasmette nulla, non ci lascia capire nulla, non ci interroga sui tanti perchè le cose vanno in un certo senso piuttosto che in un'altro.
Un perchè complessivo potrebbe essere "perchè la piccola storia è sempre condizionata dalla grande Storia". Sostanzialmente ci proponiamo di capire, per esempio, come e quando a Contessa viene introdotta la proprietà privata e chi fra i locali ne beneficia. Potremo capire come viene a cessare il potere dei Colonna di cedere ai portoghesi i carcerati che stavano nella prigione di Contessa (che dava sull'odierna via Scanderbergh) perchè li portassero a popolare l'odierno Brasile.
Qui si può leggere una prima parte su come stiamo procedendo Diritti Umani 1
Uno dei propositi del Blog è di far capire che quando si parla di "Diritti Umani", di "Politica", di Storia (con la S maiscola) non si parla degli altri, si parla pure di eventi che ci vedono coinvolti, si parla di noi.

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LA RELIGIONE DELLA LIBERTA'
La Francia del XVIII -XIX secolo regala al mondo la "Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del ciittadino", presupposto giuridico che garantisce i diritti fondamentali di ogni essere umano, non più suddito bensì cittadino.
Abbiamo ricordato in precedenza che quella dichiarazione del 26 agosto 1789 entrò a far parte della Costituzione francese nel 1791, ma arriverà a riflettersi in Sicilia con la Costituzione dei Borboni nel 1812. Fino a quella data gli arbëreshe di Contessa e di altrove, come pure i non arbëreshe, erano semplici sudditi privi di diritti, persino oggetto di cessione nei trattati internazionali (come nel caso dei carcerati).

Da quella data i baroni di Contessa, nella persona dei Colonna ( o meglio delle istituzioni e dei privati che dei loro beni si impadroniscono per assolverli dai loro immensi debiti, frutto di un modo di vivere parassitario e lontano dai sudditi) perdono ogni ruolo pubblico, cessano i feudi quali domini normativi-amminstrativi-giudiziari dei Colonna. 
L'unica padrona del sistema di vita diventa la "Legge". 
(Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo, nessun individuo può esercitare un'autorità che da essa non emani espressamente) così recita la Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del Cittadino del 1789.

Nel Blog non procederemo sempre su un terreno che può apparire in prima battuta astratto per percorrere la vicenda umana connessa ai 500 anni dell'istituzione di Contessa. Ma senza i presupposti su cui sosterremo abbastanza non riusciremo mai a capire quanti passi di libertà e di dignità sono stati percorsi in cinque secoli, pensando anzitutto a quei decenni di permanenza privi di riconoscimento nè indivduale nè comunitario trascorsi dagli arbëreshe sui feudi dei Cardona, nei pressi della sede territoriale baronale di Calatamauro.


Nei prossimi giorni ripiglieremo la fase istitutiva dell'Università di Kuntissa.
Dal Blog ci piace lanciare un piccolo messaggio ai tanti amici e non che si stanno, pure essi, adoperando a ricordare, ciascuno a modo proprio, i 500 anni della nostra Comunità.

Proporrei di non enfatizzare i 500 anni del rilascio dei Capitoli dei due feudi (Serradamo e Contesse), fatto vero e concomitante. Dovremmo rievocare invece la nascita dell'Università (=dell'istituzione comunale, diremmo col vocabolario di adesso), ossia il riconoscimento ufficiale della Comunità che comincia ad avere uomini e protagonisti che la rappresentino in via ufficiale presso il Palazzo locale. 
Rappresentino è -in verità- un modo di dire non appropriatissimo in quanto i Cardona riservano a loro la scelta dei personaggi e gli indirizzi di vita da perseguire. Erano quelli i tempi del lungo feudalesimo siciliano.

Sono tutti passaggi, dal feudalesimo ai nostri giorni, che proveremo a snocciolare da qui a Dicembre, con i nostri tempi e le nostre letture che differiscono notevolmente da quelle più frequentate sulla stessa tematica. 

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