mercoledì 18 dicembre 2019

La lingua albanese e la poesia dei nostri giorni (1)

I ragni della libertà
della giovne poetessa 
Marigonë Kelmendi

editore
Hana &Abdullah Zenell 


Un volumetto di oltre 130 pagine ci è pervenuto, grazie ad un giovane studente contessioto, da parte di un editore cossovaro.

L'albanese odierno, lingua diffusa non solamente in Albania ma anche in tutti i paesi limitrofi (Montenegro, Kossvo, Macedonia e Nord Grecia), non è facilmente comprensiibile per molti di noi arbëreshe. D'altronde cinquecento anni ci separano dal distacco fra coloro che decisero di convivere con l'invasore turco e coloro che decisero di andare alla scoperta di contesti nuovi nell'Italia Meridionale ed in Sicilia.

Nonostante la difficoltà di lettura e di comprensione che molti di noi arbëreshe abbiamo nei confronti dell'albanese odierno (e di quello poetico in particoolare) intendiamo pubblicare con periodicità costante una poesia che attingeremo dal libro di cui all'immagine qui riportata, componente della serie BUZUKU.

Buzuku fu il cognome di un Vescovo albanese che sotto l'aspetto letterario -in qualche modo- potremmo assimilare al nostro Dante. Nel millecinquecento mentre il paese balcanico veniva invaso dai turchi Buzucu scrisse il primo libro (o almeno il più antico che si conservi) in lingua albanese. Si trattava di un testo liturgico.

E' probabile che la traduzione che questo Blog proporrà delle poesie non sia sempre la più appropriata. Chiediamo sin da adesso scusa all'autrice, all'editore ed ai lettori. 

(segue)

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