martedì 12 novembre 2019

Mulini e mulinara. Alla ricerca della Sicilia pre-moderna e non ancora contemporanea

I mulini di Bagnitelle precedono
o seguono la fondazione di Contessa E. ?

Nel periodo che sta a cavallo fra il XV ed il XVI secolo, nel tempo in cui gli arbëreshe erano già sul territorio dell'attuale Contessa Entellina ma non costituivano ancora comunità istituzionalmente riconosciuta, le condizioni della Sicilia politicamente in mano agli aragonesi e di fatto gestita/amministrata da poche famiglie feudali, non erano davvero prospere, almeno per le persone comuni (=i sudditi).

Il pane, il prodotto derivato principale della Sicilia feudale -allora esportatrice di grano verso i porti del nord Italia, del Sud della Francia e nei porti spagnoli-, era nell'isola un genere di lusso. A farcelo sapere è un poeta bizzarro del '500, Coppoler Orlando Eduardo, in alcuni brevi versi. 
   E fu burgisi di burrita azola/
   chi tinia mandra e siminava urlia/
   e fina intantu ch'illu happi la stola/
   lu paxxlu sempri di tumi e cuccia.

E se il pane era un alimento di lusso, i pastori ed i contadini si alimentavano di grano bollito (cuccia).

Con questa premessa non intendiamo sostenere che allora i mulini non esistevano nell'isola. La verità di contro è che non esisteva "baronia" che non annoverasse più mulini sul proprio territorio; questi costituivano anzi una fonte di controllo sociale del vastissimo mondo contadino e occasione di introiti monetari (sia pure -frequentemente- in natura). 
Va tenuto inoltre presente che col primo Cinquecento le condizioni ed il tenore di vita delle campagne, sia pure molto lentamente- cominciano a migliorare rispetto ai secoli precedenti, pur restando lontanissime dai parametri dei nostri giorni.
La Spagna in quei secoli costituiva la grande Potenza militare del Mediterraneo e dai "baroni" (quasi tutti di origine iberica) esigeva grosse forniture di biscotti duri e di panatica per le tante armate di terra e di mare e per varie fortezze dislocate dai Balcani a Malta.

I baroni, e quindi i Peralta-Cardona, di mulini lungo tutti i corsi d'acqua ne disponevano tanti ovunque fosse possibile impiantarli. D'altronde sia i siti dei mulini che dei paratori in quel XV secolo servivano inoltre per alcune fasi della lavorazione della lana.
(segue)

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