venerdì 29 novembre 2019

500 anni e li dimostra. Quando la politica siciliana dipendeva dai baroni e sorse Kuntissa (2)

Immaginando -sin da adesso- che riusciremo a perseguire l'intendo del Blog di scandagliare per un pochettino di tempo (nell'anno 2020) alcuni aspetti e vicende dei cinque secoli che vanno dal XVI al XX secolo della Storia di Contessa, riteniamo utile intercalare alla narrazione che intendiamo condurre su queste pagine alcuni termini, espressioni e immagini di vita di quella che è stata la Sicilia, il regno di Sicilia, sia nell'epoca feudale che poi nella successiva epoca latifondistica. 
Resti del Castello di Batellaro
La nostra sarà quasi sempre una "Storia socio-economica". Mai apologetica.

Il vocabolario socio-economico -riteniamo- ci sarà utile per capire quel tempo e quel mondo che alla sensibilità e alla visione culturale di oggi sono oltre che lontani nel tempo piuttosto complicati da fare propri.
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I RIVELI
Dal XVI e fino al XIX secolo il regime politico del Regno di Sicilia fu sempre ispirato e coordinato dalla monarchia spagnola quindi dal ramo dei Borboni insediati a Napoli e in coda all'Ottocento -dopo la spedizione dei Mille- dal Regno d'Italia. 
Noi contessioti, coloro che oggi viviamo a Contessa Entellina, siamo quasi tutti vissuti e ci siamo formati in quanto cittadini nel contesto umano-culturale della Repubblica Italiana, sorta come tutti dovremmo sapere dalla lotta partigiana per conseguire la "democrazia". Espressione questa della "democrazia" non conosciuta nella nostra terra fino alla emanazione della Costituzione promulgata il 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948.
Resti del Castello di Calatamauro
Ci siamo proposti di trattare nel tempo -con relativa frequenza- dei "riveli", in quanto qualsiasi ricerca si voglia fare su Contessa questa ci rimanderà sempre ad essi. 
Essi sempre ci ricorderanno che la realtà socio-economica della comunità sin dal XVI secolo era quella tipica di un insediamento rurale. Il primo rivelo che interessa Contessa è del 1593, sebbene l'istituto fosse operante nel Regno di Sicilia nel XV secolo. Il ritardo è dovuto, secondo fonti dell'Università palermitana, alla circostanza che ordinariamente veniva allora offerta agli "Stati feudali" che fossero di nuova istituzione di essere sgravati per precisi periodi dai "donativi" dovuti al Regno  (conseguenti allo svolgimento dei "riveli") nell'intenzione di agevolare il popolamento della nuova Università.
Cosa erano i riveli?
In termini facili si può qui sostenere che erano una sorta di "censimento delle anime e dei beni" per adempiere alle disposizioni dall’Autorità regia, finalizzati a conoscere la composizione e la ricchezza dei residenti, non tanto per finalità di programmazione della spesa pubblica (come ai nostri giorni) ma per precise finalità militari e di percezione di risorse utili alla Monarchia. 
--Rilevare l’età dei residenti serviva per stabilire il numero di uomini armati da  insediare per ciascun distretto del Regno; 
--Stimare il patrimonio posseduto da ciascun nucleo familiare serviva per successivamente esigere dall'Università (=in linguaggio attuale, il Comune) i donativi (ricchezza da esigere localmente e da devolvere alle casse regie), sia ordinari e che straordinari. Ordinarie erano quelle risorse che periodicamente andavano devolute alle casse regie, straordinarie quelle connesse a eventi particolari (p.e. Visita in Sicilia di Carlo V o di guerre nelle acque mediterranee etc.).
Sul Blog stiamo facendo cenno ai "riveli" perchè essi costituiscono per Contessa e per la quasi totalità dei comuni dell'isola, se non l'unico quasi, giacimento documentario di cui disponiamo per conseguire notizie sul tempo andato, e sulla base delle quali possiamo organizzare statistiche sia sociali che economiche. Finora essi (i riveli) sono stati usati semplicemente per verificare la sussistenza o meno sul territorio dell'odierna Contessa Entellina  di cognomi ancora attuali, o meno.  Sostanzialmente lo stesso uso che viene fatto dei registri parrocchiali, pure essi comunque utili per l-e-g-g-e-r-e il nostro passato.
Quei censimenti (i riveli)  dal 1569 venivano curati al livello centrale (regio) dal Tribunale del Real Patrimonio, organo di controllo e di giurisdizione in materia finanziaria e, dal 1651, dalla Deputazione del Regno, organo preposto al coordinamento delle attività di riscossione dei donativi. 
Sul livello locale, di Contessa, ad occuparsene in via operativa erano i papàs (incaricati di fare da scrivani nella compilazione, stante l'assoluta carenza dell'alfabetizzazione della massa contadina) unitamente agli uomini (gli attuari e gli algoziri) che per conto della baronia gestivano l'Università (=lo Stato di Kuntissa).
I riveli non avevano cadenza regolare nel tempo. Venivano indetti quando si riteneva che nel Regno si erano verificati aumenti o diminuzioni di popolazione e/o incrementi di ricchezze. Ricchezze: non tanto quelle dei baroni ma quelle "presunte" della popolazione contadina sulla base di asserite buone annate. 
Buona occasione per indire nuovi riveli erano anche le frequenti guerre e missioni militari in cui il Regno veniva a trovarsi coinvolto. 
E' interessante cogliere nel contesto che stiamo trattando che i dichiaranti (i contadini, che generalmente non possedevano altro che il nulla, se non un mulo, alcune capre e/o buoi) venivano sottoposti a giuramento. I baroni, che erano signori dei feudi, dei bestiami, dei mulini, delle locande e degli opifici etc. erano esentati dal compilare i "riveli".
Per chiudere:
Sulla base dei riveli pervenuti, il Regno veniva messo in condizione di stabilire l'ammontare dei "donativi" a cui era tenuta complessivamente l'Università di Kuntissa. 
Il carico che competeva su ciascun nucleo familiare era faccenda tutta locale, che curavano gli uomini del barone (dell'Università).recavano 

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