giovedì 19 settembre 2019

Desertificazione contessiota. Tocca solamente al Blog trattare dello spopolamento di Contessa Entellina ?

Parliamo di emigrazione
e di immigrazione (4)

Viviamo in una stagione difficile dal punto di vista migratorio, in una Italia che sta in settima posizione in quanto a identificazione come potenza economica mondiale e di contro situato fra i paesi con il maggior flusso migratorio. 
Carenza di infrastrutture
Da mesi l'accesso alla cittadina di Corleone è
inibiito ai mezzi pesanti a causa di una frana.
Da pochi giorni il traffico veiclare è stato completamente
vietato.
Per quanto tempo ?
I giornali e gli altri media nei mesi passati, quando il governo del paese era espressione  massima del populismo, hanno condizionato l'opinione pubblica sostenendo che eravamo invasi dagli immigrati. 
Gli stessi organi di informazione mai (o rarissimamente) si sono soffermati sul deflusso di giovani siciliani e meridionali verso il Nord del Paese e verso il resto dei paesi dell'Unione Eurpea.

Si dirà "libera stampa". 
Forse però andrebbe detto che in tanti, in troppi, da sempre preferiamo chiudere gli occhi rispetto ai problemi veri e individuare falsi problemi. In questa direzione ha mirato la politica salviniana: continuare a tenere il Meridione privo di infrastrutture essenziali che costituiscono la premessa essenziale dello sviluppo economico e nel contempo distrarre l'intelligenza complessiva  del paese inventandosi presunte invasioni (immigrazione). Mai i media nazinali ci hanno informati che da oltre un ventennio l'emigrazione giovanile sta creando le premesse dell'abbandono di parecchie aree interne dell'intero Meridione. Paesi disabitati ed abbandonati.

CONTESSA ENTELLINA
Ordinaria foto di desertificazione umana
Augurandoci che la demagogia governativa, adesso che uno dei partiti populisti sta all'opposizone venga almeno dimezzata, e qualcuno fra i politici che hanno sensibilità sociale inizi ad occuparsi delle infrastrutture delle aree interne,  riprendiamo il discorso "storico" dell'emigrazione italiana e di quella contessiota che comincia dall'Unità italiana del 1860 e continua ancora adesso. 
E' stata una emigrazione di necessità, come oggi è di necessità l'immigrazione a cui assistiamo mediante i media e che non si ferma che in piccole percentuali fra noi e prosegue verso nord, fino in Svezia e Finlandia. Circostanza questa che la propaganda populista  degli ultimi anni non ci ha mai fatto conoscere, se non di sfugita.

Tornando all'emigrazione contessiota post-unità sappiamo tutti che ormai siamo temporalmente in una stagione lontanissima dalla seconda metà dell'Ottocento ed ormai i discendenti vanno perdendo le ultime tracce di identità arbëreshe ed italiana. Fino agli anni del secondo dopoguerra la festività locale nostra dell'8 settembre veniva finanziata quasi per intero dai fondi che arrivavano da New Orleans. Via via  che i decenni si sono succeduti quel legame si è andato allentando fino a cessare. A New Orleans si sono sostanzialmente perse le ultime tracce di identità arbëreshe ed italiana sia nella lingua che nei costumi di vita e pure nei nomi personali che qui si tramandavano e in qualche modo continuano a tramandarsi di generazione in generazione. 
Certo, a New Orleans restano i cognomi che però in molti casi risultano storpiati.
Va detto, nel quadro che stiamo tracciando, che non sono infrequenti le visite di coppie, gruppi di americani i cui cognomi appaiono prettamente di origine contessiota che, in visita in Italia, decidono di venire a conscere per un breve lasso di tempo la località che i loro nonni, bisnnoni,  ancora evocavano con nostalgia e di cui -a loro volta- i lro nonni e bisnonni sapevano descrivere siti, tradizioni e lingua in uso.

Oggi, rimanendo in tema, il problema sociale da affrontare non è altro che quello di impegnarsi, amministratori, politici e cultori della propria terra per frenare quella che è la migrazione forzata dei tanti giovani meridionali costretti per motivi di lavoro a lasciare la terra natale. Decine di migliaia, anzi centinaia di migliaia all'anno, che lasciano l'Italia e in gran parte con importanti titoli di studio in tasca.
Questo è il vero problema, non quello dei flussi umani che arrivano dall'Africa e che già intenzionalmente sono destinati ad approdare in via definitiva nel Nord Europa. 
Se tutti fossimo consapevoli di quanto inadeguatamente qui esposto a Contessa non avremmo avuto dalle urne elettorali le massicce adesioni ai partiti populisti-demagoghi, con primo partito preferito la Lega Nord.

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