venerdì 27 settembre 2019

27 Settembre

Era il 27 Settembre 1939 quando la Polonia, aggredita da ovest dalla Germania nazista e ad est dall'Unione Sovietica comunista è costretta ad arrendersi alle forze sover
Spartizione della Polonia fra Germania nazista
e Unione Sovietica comunista.

Cade con quell'accordo la propaganda di un comunismo
antimperialista
chianti, dopo appena tre settimane di strenua difesa.
Il 1° settembre 1939, l’esercito tedesco invase la Polonia. Hitler sapeva che una mossa simile avrebbe scatenato la reazione di Francia e Inghilterra (che in effetti, due giorni dopo, il 3 settembre, dichiararono guerra alla Germania).  
Il Terzo Reich aveva firmato il 23 agosto 1939,  un Protocollo segreto, con l'Unione Sovietica di Stalin che prevedeva - in caso di guerra contro la Polonia di una della due potenze firmatarie - una vera e propria spartizione del paese.

La campagna militare in Polonia fu di una velocità sorprendente in seguito alla cosiddetta guerra lampo (Blitzkrieg). Si trattò dell'utilizzo combinato delle due nuove armi che resero la Seconda Guerra Mondiale un conflitto radicalmente diverso da quello del 1914-18: l'aviazione e il carro armato.
Il 17 settembre, da Est, entrò anche l'Armata Rossa, con l'obiettivo di occupare la porzione di Polonia che era stata assegnata all'URSS dal Protocollo segreto. Germania e Russia (nazismo e comunismo stando al recentissimo deliberato del Parlamento Europeo, che pone i due movimenti sullo stesso piano di violenza all'uomo) poco dopo (28 settembre) si accordarono in modo più preciso per la spartizione delle rispettive sfere di influenza nell'Europa orientale, il che permise all'URSS di occupare anche gli stati baltici: Lituania, Lettonia ed Estonia, ulteriore conferma dello spirito aggressivo di quel sistema.
L’esercito sovietico catturò circa 250 000 militari polacchi. Nella primavera del 1940, circa 15 000 di questi soldati catturati dall’Armata Rossa nel settembre 1939 vennero scelti all’interno dei campi in cui erano stati internati e assassinati dalla polizia politica di Stalin. Circa 4500  ufficiali (prelevati dal campo di Kozelsk all’inizio di aprile del 1940) furono uccisi nella foresta di Katyn. Le fosse comuni furono scoperte dai tedeschi l’ultima settimana di febbraio del 1943. 
Degli altri 10.000 non si conoscono né il luogo né le modalità dell’uccisione.

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