lunedì 5 agosto 2019

Rapporto Svimez.


HANNO DETTO
ROBERTO SAVIANO, scrittore
370 persone al giorno lasciano il Sud.
Napoli ha perso 270mila residenti (dati Svimez).
E fanno credere che il problema sia l’immigrazione. Bugie.
Il Sud, dove ogni partito ha fallito lasciando vincere clientele e voto di scambio, muore.
E crede al partito che più l’ha insultato.

ANTONLUCA CUOCO, manager
Pil a 0 (si sta iniziando non solo a non generare ricchezza ma a distruggere quella accumulata). Pressione fiscale sale al 42,3% e aumenta il debito pubblico. Le vertenze al Mise da 130 sono oltre 160 e la Cassa Integrazione vola a +42% (rispetto anno precedente).

NICOLA ZINGARETTI, segretario pd
I dati Svimez sono drammatici. Salvini e Di Maio hanno tradito l’Italia e stanno uccidendo il Sud.
Stanno resuscitando tutti i peggiori spettri del passato. Ora anche quello della recessione.
Con quale coraggio si presentano ancora con le loro promesse da buffoni nel Sud?

MAURIZIO LANDINI, segretario Cgil
I divari “storico” dell’Italia. Numero di servizi ferroviari (corse e linee giornaliere e Alta Velocità) al Nord e al Sud
Il problema non è l'immigrazione, ma l'emigrazione. Sono più i meridionali che se ne vanno che gli stranieri che arrivano.
Al governo diciamo basta litigi e divisioni."

Q.d.S.it
Il Pil pro-capite, in Sicilia inchiodato a 16.254 euro. Meno della metà della Lombardia (35.732)

Il governo nazionale parla di un’attenzione particolare e costante per il Mezzogiorno: questa attenzione c’è, esiste o si ferma su un piano di pura enunciazione?
Lo abbiamo chiesto a Luca Bianchi, Direttore Svimez.

“Il dati del Rapporto di Confindunstria non fanno altro che confermare la distanza delle regioni del Mezzogiorno, in particolare la Sicilia, dai livelli di sviluppo delle altre aree europee ma devo dire che questo non è certamente imputabile soltanto ad una mancata attenzione da parte di questo governo. è piuttosto l’effetto di una debolezza della politica per il Mezzogiorno che ormai si potrae da tantissimi anni e che ha riguardato, possiamo dirlo, l’intera Seconda Repubblica. Una politica che ha negato in qualche modo il tema della coesione economica del Sud come un tema rilevante. Nel corso degli ultimi mesi non ha posto in essere una strategia credibile per il Mezzogiorno. I dati che, come Svimez, presenteremo nei prossimi giorni, confermano una distanza soprattutto sul tema degli investimenti pubblici: abbiamo ancora un livello di investimenti pubblici procapite al Sud che è al di sotto di quella soglia del 34% che rappresenta il livello di popolazione del Sud. Quindi, abbiamo un investimento procapite addirittura più basso di quello che si registra nelle altre aree del Paese quando invece la riduzione dei divari, soprattutto di quello infrastrutturale, richiederebbe una politica più specifica per il Mezzogiorno”.

La strada giusta verso la riduzione del gap Nord-Sud non è stata dunque ancora imboccata. Qual è la direzione giusta?

“Manca una strategia complessiva che valorizzi le potenzialità del Sud, pensiamo alla Sicilia che ha una dotazione di capitale produttivo naturale e soprattutto un capitale umano su cui si potrebbe costruire una strategia-Paese. Questo non è avvenuto negli ultimi anni e non avviene neanche adesso. La ricetta che come Svimez ribadiamo come determinante per ridurre la forbice Nord-Sud è quella del rilancio degli investimenti, a cominciare da quelli infrastrutturali.
Nei giorni scorsi abbiamo assistito al dibattito sul Tav. Noi crediamo che sia indispensabile piuttosto procedere ad un forte di investimento sulle linee di Alta velocità che includano il Mezzogiorno. Penso ad esempio ai porti della Sicilia che hanno un potenziale di crescita enorme per tutto il nostro Paese per la loro proiezione nel Mediterraneo e che invece sono molto indeboliti a causa dell’assenza di collegamenti con il Centro-Nord. Secondo punto, chiediamo un piano di politica industriale che rilanci le tante aree industriali dismesse che sono presenti al Sud, come ad esempio l’area un tempo strategica di Termini Imerese. Aree che da troppo tempo giacciono senza alcun progetto credibile di ristrutturazione. Inevitabilmente, poi, la possibilità di ripresa del Pil procapite al Sud e in Sicilia passa attraverso una riqualificazione della qualità della spesa pubblica: penso all’occasione mancata dei fondi strutturali”.

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