venerdì 16 agosto 2019

Con le immagini ... ... è più facile

16 agosto 1924, viene ritrovato il corpo di Giacomo Matteotti, ucciso dai fascisti.

























Il regime fascista, ça va sans dire, non è stato un regime democratico: dittatoriale, liberticida, nemico delle opposizioni, fondato sull'uso sconsiderato della forza e della violenza in maniera gratuita e coercitiva per imporre il proprio credo.
E proprio su questo si batté il deputato socialista Giacomo Matteotti, rimettendoci la vita. Un politico che ha messo la democrazia, e il rispetto della legge, al primo posto nella sua vita di politico vicino al popolo e ai proletari.

Il 30 maggio 1924 ci fu una concitata discussione alla Camera sulle recenti elezioni vinte, con brogli dai fascisti: la Giunta parlamentare aveva ammesso gli eletti della maggioranza alla carica di deputato. 
Matteotti preparò un discorso passato poi alla storia, un discorso che il deputato aveva preparato in gran segreto, sfogliando carte e carte, libri e documenti vari come al suo solito, essendo lui una persona alquanto minuziosa.

Il deputato socialista disse che in tutto il Paese le elezioni non si erano tenute in maniera del tutto democratica e tranquilla, frutto ancora una volta della violenza fascista durante il periodo elettorale. Il discorso spaccò l'aula: da una parte gli applausi dell'opposizione, dall'altra le grida di proteste dei fascisti che interruppero più volte il suo discorso.

Al termine, mentre riceveva gli applausi e i commenti positivi dei colleghi di partito, ad un compagno disse una fase premonitrice:Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me
Giacomo Matteotti sapeva che il suo discorso gli avrebbe creato non pochi problemi, auto-recitandosi il requiem.

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