domenica 12 maggio 2019

Tradizione/Contemporaneità. Esposizione di Icone a Monreale

Le Icone post-bizantine della Sicilia Nord Occidentale e la loro interpretazione contemporanea. Questo è il titolo ed il senso che si propone di trasmettere ai visitatori la mostra di Icone esposte nel Museo Dicesano d Monreale -Aula Capitolare di San Placido- dal 4 aprile scorso fino al 4 settembre 2019.

Percorrere un cammino  "culturale/religioso" che possa aiutare ad interpretare e cogliere il significato delle Icone bizantine è sicuramente appassionante oltre che vivace per chi è alla ricerca del "senso" delle vicende della vita.
Lo sguardo del visitatore può infatti cogliere lungo il percorso arte e fede, bellezza e spiritualità. Per chi poi è più addentro nella religiosità bizantina è facile scorgere e intuire che le "icone" non sono altro che una sorta di manto splendido di ciò che esprime e trasmette la Liturgia del rito bizantino.
L'arte delle icone e la liturgia bizantina insieme intendono -infatti-essere svelamento/segreto e contemporaneamente presenza/trascendenza.
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Qui di seguito riportiamo uno stralcio del testo di presentazione della mostra curata da Don Enzo Cosentino, oggi parroco di Santa Cristina Gela ed incaricato, per conto dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, di curare la mostra.

Don Vincenzo Cosentino
 Ho accolto favorevolmente e con entusiasmo  l'idea di Francesco Piazza e Vasileios Karampatsas di portare in mostra alcune antiche icone dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, presso il Museo Diocesano di Monreale, per favorire il dialogo mai interrotto fra la Grecia e le Comunità bizantine di Sicilia.
La mostra coinvolgerà dodici artisti contemporanei, sei di origine greca e sei di origine siciliana, i quali dovranno reinterpretare secondo il proprio stile personale le icone antiche, che verranno esposte ed accostate a quelle moderne nella Cappella di San Placido, sempre a Monreale.
Alla fine dell'Ottocento, con la riscoperta dell'Icona, lo Jeromonaco Gregorio Stassi, nativo di Piana degli Albanesi, professore nel Monastero Basiliano di Grottaferrata, dava inizi ad una scuola iconografica  e ad uno stile particolare che potremmo chiamare "criptense".
Altri pittori/iconografi siciliani, fra cui i pittori Giuseppe Rondini (1885-1955) e Giambecchina (1909-2001), entrambi siciliani, si sno ispirati ai canoni pittorici bizantini per dipingere le iconostasi di San Demetrio (1947-1948) e della Cappella del Seminario di Piana degli Albanesi (1956). Di Giuseppe Rondini conserviamo le icone smntate della precedente iconostasi nella Catedrale di San Demetrio ed esposte alle pareti della cappella dell'Episcpio, menre di Giambecchina l'intera iconostasi che si trova tuttora press la Cappella privata dell'Eparca.
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