martedì 14 maggio 2019

Sistema Montante. Camicie bianche e sistema di governo privato della cosa pubblica

Stralci ripresi dalla stampa su ciò che è stato iil "sistema Montante".

IL FATTO QUOTIDIANO:
Un sistema di governo privato della cosa pubblica, destinato a pilotare la spesa regionale e nazionale, a definire l’agenda di governo, a promuovere i funzionari fedeli e a cacciar via i riottosi, a controllare gli avversari e a compiacere gli amici curandone carriere, elezioni e promozioni. 
Sistema collaudato che nel signor Montante aveva solo l’abile cantastorie attorno al quale, e dietro il quale, avanzavano ministri, senatori, presidenti, assessori, prefetti, dirigenti. E naturalmente cronisti (….).

LE 121 PAGINE DI RELAZIONE DELLA COMMISSIONE REGIONALE ANTIMAFIA, presieduta da Claudio Fava, all'Ars sul cosiddetto "sistema Montante":
Durante la conferenza stampa Fava ha definito il sistema come un vero e proprio "governo parallelo" che "per anni ha occupato militarmente le istituzioni regionali e ha spostato fuori dalla politica i luoghi decisionali sulla spesa". 
"Abbiamo assistito per anni a una privatizzazione della funzione politica che ha trovato un salvacondotto in una presunta lotta alla mafia. Parlo di sistema non a caso - ha aggiunto Fava - perché si è andati avanti grazie alla benevolenza, alla complicità e alla solidarietà di personaggi appartenenti ai settori più diversi: da quelli istituzionali, a quelli delle professioni. Un sistema con una sua coesione che si è auto protetto". 
"Dopo l'iscrizione di Montante nel registro degli indagati per concorso in associazione mafiosa e la diffusione della notizia sui giornali le tutele di cui Montante godeva, invece di venir meno si sono addirittura rafforzate".

IL SOLE 24 ORE:
Il gup ha condannato con rito abbreviato Antonello Montante a 14 anni di reclusione. L'ex presidente di Sicindustria era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico.
Tra gli altri imputati, a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla rivelazione di notizie coperte dal segreto d'ufficio, al favoreggiamento sono stati condannati: il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta a 3 anni (chiesti 4 anni e 6 mesi), il sostituto commissario Marco De Angelis a 4 anni, (chiesti 6 anni e 11 mesi), il capo della security di Confindustria Diego Di Simone a 6 anni (chiesti 7 anni, 1 mese e 10 giorni). Il questore Andrea Grassi è stato assolto da due capi d'imputazione ma condannato a un anno e 4 mesi per un altro (chiesti 2 anni e 8 mesi), assolto il dirigente regionale Alessandro Ferrara (chiesta l'assoluzione).

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