domenica 21 aprile 2019

Hanno detto ... ...

Buona Pasqua
PAPA FRANCESCO,
Oggi contempliamo la tomba vuota di Cristo e ascoltiamo le parole dell’angelo: “Non abbiate paura! E’ risorto!”.
Gilet Gialli

SOFIA VENTURA, politologa
Che Guevara, pugni chiusi, roghi e tante deliziose amenità come atti antisemiti e distruzioni varie. Avessero una sola rivendicazione comprensibile, una sola. Odiano il sistema. Bene, e poi?

DAVIDE GIACALONE, scrittore, opinionista
I soldi dateli a noi, dicono i gilet gialli, non a Notre Dame. Questa gente è convinta che la ricchezza si distribuisca senza produrla. Manco pensa che il restauro è lavoro. Nel frattempo distrugge le cose altrui. 
Dissennati e violenti.
Politica

GIANRICO CAROFIGLIO, scrittore e politico

Qualcuno ha detto che non si può dire che Siri è un bancarottiere fino a quando non ci sarà una sentenza definitiva. La sentenza che applica al Siri anni 1 e mesi 8 di reclusione È definitiva, cioè irrevocabile. Poi ognuno può decidere con quale appellativo chiamare Siri.

FERRUCCIO DE BORTOLI, editorialista del Corriere della Sera

Lega e M5S non devono anteporre i propri interessi elettorali a quelli del Paese. Mangiarsi un po’ di futuro italiano. Uno sforzo di verità e trasparenza salverà l’immagine e il posticino nella Storia di Conte.

Bisogna sinceramente ammettere che il premier Giuseppe Conte è uno straordinario avvocato. Più che del popolo, delle cause impossibili. Riesce a tenersi in equilibrio nonostante le laceranti contraddizioni tra le parti della sua maggioranza. E, dunque, è anche un buon navigatore della politica. Cammina con insospettata leggerezza sulle uova, non solo pasquali, dei dossier di governo. Crediamo sia consapevole — anche se dalle sue parole non si evince — che dopo le elezioni europee lo scenario sarà del tutto diverso. Compreso il suo destino. Del resto sa, per esperienza legale, che un arbitrato può saltare se uno dei litiganti risulta rafforzarsi troppo rispetto all’altro. Se Matteo Salvini avrà molti più voti di Luigi Di Maio e la tentazione di mandare all’aria tutto per chiedere le elezioni anticipate. Salvo fare i conti con l’oste, che si dimentica sempre in questi scenari, cioè il presidente della Repubblica cui spetta il potere di scioglimento delle Camere (in autunno poi non si è mai votato).

LILIANA SEGRE, senatore della Repubblica, ebrea deportata
“Nel 1944, quando fummo deportati a Birkenau, ero una ragazza di quattordici anni, stupita dall'orrore e dalla cattiveria. Sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. 
Non capivo neanche dove mi avessero portato: nessuno allora sapeva di Auschwitz.”

"Ammanettarono mio padre, lui che era stato ufficiale della prima guerra mondiale che era orgoglioso di essere italiano, che era laureato alla Bocconi e aveva un bel lavoro ed era un galantuomo. Ricordo che le sue belle mani e i suoi bei polsi avevano le manette. Non parlava".

Brexit ed equilibri nel Parlamento Europeo
ANSA, agenzia di stampa
Le incognite della Brexit continuano a pesare sul voto delle Europee di fine maggio e i tempi per il rinnovo dei top job delle istituzioni Ue.
Il vertice straordinario del 10 aprile ha sgomberato il campo solo in parte dai rischi di un voto che con grande probabilità coinvolgerà anche il Regno Unito e che in realtà molti temono.
I 27 leader dell'Ue, nel concedere una proroga flessibile sulla Brexit fino al 31 ottobre, hanno stabilito che la Gran Bretagna dovrà partecipare alle elezioni, pena un'uscita senza accordo il primo giugno. E anche se Theresa May continua a puntare su un'intesa lampo con i laburisti, per formare una maggioranza a Westminster che dia il via libera all'accordo di recesso in tempi brevissimi e che permetta l'uscita del Paese entro il 22 maggio le chance di riuscita sono risicate.
La leader britannica spera ancora di poter chiudere la partita con l'Ue ed interrompere il processo elettorale, anche perché - secondo recenti sondaggi realizzati da Hanbury Strategy per il think-tank Open Europe - per i Tories il test elettorale si tradurrebbe in un bagno di sangue: il partito di May raccoglierebbe solo il 23% di consensi contro il 38% del Labour. Inoltre, secondo alcuni osservatori, il voto delle Europee potrebbe essere una sorta di secondo referendum, con un risultato polarizzato tra Leavers e Remainers.
Nell'Unione intanto c'è preoccupazione per gli squilibri politici che i quattro mesi di permanenza dei 73 europarlamentari britannici potrebbe portare tra i gruppi all'Eurocamera e per i possibili riflessi su tutte le istituzioni dell'Ue. Tanto che prende sempre più quota l'ipotesi di far slittare l'avvio dell'iter a ottobre: per il 31 di quel mese i britannici o saranno fuori dall'Ue oppure avranno rinunciato definitivamente a uscirne.
Ad aver manifestato forte disappunto per la partecipazione del Regno Unito alle Europee è stato lo Spitzenkandidat del Partito popolare europeo (Ppe) Manfred Weber, tra i principali aspiranti a succedere a Jean-Claude Juncker sulla poltrona della presidenza della Commissione europea.
Secondo un'analisi di Politico.eu, l'eventuale partecipazione dei britannici alle elezioni premierebbe soprattutto i Socialisti e democratici (S&D) a dispetto del Ppe, con la possibilità per l'S&D di superare il gruppo del centrodestra nella ripartizione dei 751 seggi (che in caso di Brexit scenderanno a 705). In passato infatti il partito laburista britannico è stato in molti casi uno dei contingenti più nutriti all'interno del gruppo socialista e potrebbe ottenere 25 seggi, se non 30. In tale scenario i socialisti potrebbero aumentare di peso fino a raggiungere 167 seggi, contro un Ppe che si prevede possa ottenerne 177.
Un testa a testa che potrebbe anche far sfumare le ambizioni di Weber, a favore del frontrunner dell'S&D Franz Timmermans. E potrebbe mettere i bastoni tra le ruote anche al progetto di Matteo Salvini, che vorrebbe creare una nuova galassia sovranista, raggruppando le forze presenti nell'Enf - il suo gruppo che comprende anche Le Pen e Wilders - con i conservatori dell'Ecr (dove siedono Fratelli d'Italia ma anche i Tories), puntando a 130-150 seggi per diventare la seconda famiglia politica dell'emiciclo. Senza contare, che in questa prospettiva è difficile capire quale sarà la collocazione degli euroscettici britannici, già pronti a sabotare tutto.

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