giovedì 21 marzo 2019

Hanno detto ... ...

“Mi rivolgo a tutti gli attori della democrazia: un continuo bombardamento mediatico è pericoloso, le parole hanno un peso. Ousseynou come Traini: scelgono le vittime per il colore della pelle”
Marco Minniti

BARTOLOMEO SORGE, gesuita
Nel caso Diciotti è stato commesso un reato. Salvini si difende: “l’ho fatto per il bene degli italiani”. I senatori populisti approvano:p il fine giustifica i mezzi e i reati.

CARLO COTTARELLI, economista
Sole 24 ore: già 460mila domande per la pace fiscale.
Ma siamo sicuri che questi siano tutti contribuenti che non possono pagare piuttosto che furbi che non vogliono pagare e beneficiano dell’ennesimo condono?
Basta condoni !

GIOVANNI VALENTINI, giornalista
Ma, nel giro di corruzione intorno al nuovo stadio della Roma, come facevano De Vito e Lanzalone a promettere favori all’insaputa della sindaca Raggi?

PAOLO CERAVOLO, ricercatore
Mia figlia era sull’autobus a San Donato Milanese Fa paura pensare in che mondo stanno crescendo i nostri figli. L'odio genera solo odio, le parole di odio generano pensieri di odio. Loro adesso hanno bisogno di amore. Un po' di più di ieri.

GAD LERNER, giornalista
La follia criminale del cittadino italiano Oussey NouSy è l'esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati additandoli come privilegiati, negando le loro sofferenze e la loro umanità.
( Umanità) impersonata dai carabinieri e dai bambini di San Donato Milanese.

MILA SPICOLA, già componente della segreteria di Maurizio Martina (pd)
Non avevamo mai, mai avuto attacchi terroristici. Questo lo è.

L’odio genera odio. L’Italia di Salvini ha perso la sua sicurezza. Io la leggo così.
Non vorrei dire ma questo evento definirà parecchio prossimo futuro.

ROBERTO VICARETTI, giornalista
Ho sempre creduto nello ius soli, quei ragazzini sul bus sono tutti italiani. Non avere una legge che lo riconosca non mi interessa. Voi che sottolineate che "bambini stranieri hanno salvato bambini italiani" non vi rendete conto di quanto sia sbagliato e controproducente dirlo?

MYRTA MERLINO, giornalista de La7
Siamo arrivati a un centimetro dalla prima strage terroristica in Italia ai tempi dell’Isis.
L’enormità della questione dovrebbe consigliare a tutti di mantenere la lucidità, come i ragazzini sull’autobus. Ed evitare semplificazioni e speculazioni.

MARCO MINNITI, già ministro degli interni
Viviamo immersi in un quadro, con forte propensione alla violenza e un continuo bombardamento mediatico, e le parole hanno un peso. 
Una democrazia deve capire che non può andare avanti per gesti simbolici, i quali possono produrre consenso, ma anche avversione, e possono scatenare gesti simbolici rovesciati.

Più che mai, le parole sono pietre. Vede, non esiste più una centrale mondiale del terrorismo che coordina ogni attentato. Il fenomeno è più sfuggente e anche più pericoloso. Abbiamo a che fare con questo meccanismo ibrido, l’autoattivazione dopo una veloce radicalizzazione, in genere seguita a un’immersione nel web, discorso che vale per gli islamisti ma anche per il nuovo fenomeno del terrorismo suprematista, che ci vuole davvero cautela nel trattare i grandi temi. Le migrazioni sono uno di questi. Non si può procedere con l’accetta. In senso generale, nel discorso pubblico si deve procedere con estrema prudenza. Tutti dobbiamo misurare le parole e i gesti. Non invoco l’autocensura, sia chiaro, però si deve comprendere che le grandi questioni non vanno affrontate in maniera ideologica. Il rischio è di finire vittime della propria propaganda.

Da un lato, ci vuole lotta dura al terrorismo. Dall’altra occorrono prevenzione, intelligence, relazioni internazionali. Ma la rete di protezione è definita anche dal profilo che il Paese si dà.

MEDICI SENZA FRONTIERE
Il 21 febbraio le nostre équipe hanno scoperto nel centro di detenzione di Sabaa, in Libia, 31 persone chiuse a chiave in una stanza di 4,5 metri per 5. Costretti a stare in piedi, senza accesso alle latrine.
È questo quello che il governo italiano chiama “porto sicuro”?

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