martedì 18 dicembre 2018

Pensare il Natale. Riflessioni su vita e cristianesimo


Dio si e' fatto uomo perche' l'uomo diventi Diò

Dio, non è altro che l'espressione che indica l'estremo mistero, da cui solo percepiamo di originare e verso cui andiamo, ma di cui poco, molto poco, conosciamo.
Il Dio ebraico-cristiano non e' altro che l'esperienza di alcune persone  (p.e. Il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe).

Senza la novità Gesù che si inserisce nella storia biblica ebraica, l'uomo non sarebbe probabilmente mai arrivato a sostenere che Dio e' Padre, Figlio e Spirito Santo (=l'amore se non si dà, se non si comunica, non è tale).

Il Dio dei cristiani in un certo senso non ha nulla a che fare con la credenza in una divinita' misteriosa, insondabile. In quella formula (Padre, Figlio, Spirito) si ritrova, c'e', il Dio amore. Questo è secondo la Chiesa bizantina, e pure romana, il senso di quella espressione "Dio s'e' fatto uomo perche' l'uomo sia fatto Dio"

Secondo i teologi sta qui il paradosso dell'incarnazione in Gesù: Dio si assume le conseguenze della malvagita' e dell'ingiustizia umana.

Cristianesimo-Incarnazione

Secondo il teologo Piero Coda, autore di numerosi libri, Senza Gesù si potrebbe immaginare soltanto che Dio non avrebbe voluto farsi conoscere. Gesù, infatti, è la sua rivelazione. 
Il Dio nascosto non sarebbe il Padre Nostro, perchè non gli saremmo figli attraverso Gesù. E continueremmo, come era accaduto fino ad allora,  e spesso tuttora accade, a concepirlo come qualcosa di separato, tragicamente o enigmaticamente, da noi.  

Gregorio di Nazianzo (detto il  Teologo, Padre della Chiesa, vescovo e teologo greco antico; fu maestro di san Girolamo, nacque nel 329 e morì il 25 gennaio dell'anno 390) pone l'accento sull'amore di Dio, che fu la causa principale dell'Incarnazione. L'incarnazione viene quindi letta come farmaco per salvare l'umanità, addirittura più benefica della stessa creazione dell'uomo.

Nessun commento:

Posta un commento