sabato 28 luglio 2018

Contessa Entellina. Una "Radio Libera" ha memorizzato frammenti della "ricostruzione post-terremoto"


IL FENOMENO DELLE RADIO LIBERE 

Il 28 Luglio 1976 è un giorno epocale per la radiofonia e l’informazione libera nel nostro Paese, l'Italia -ed in una piccola frazione pure per Contessa Entellina-.
In quel giorno, la sentenza 202 della corte costituzionale dichiarò l’illegittimità delle precedenti norme che impedivano la nascita di radio private lungo lo stivale. Dopo quella data pure a Contessa Entellina operò per qualche tempo una radio privata.  

In quel 28 luglio saltò quindi la regolamentazione predisposta dalla legge 103/1975, che garantiva il monopolio statale sulle trasmissioni radiofoniche unicamente ed esclusivamente in favore della Rai, l'ente di Stato.
L’articolo 1 dichiarava che “La diffusione circolare di programmi radiofonici via etere o, su scala nazionale, via filo e di programmi televisivi via etere, o, su scala nazionale, via cavo e con qualsiasi altro mezzo costituisce, ai sensi dell’articolo 43 della Costituzione, un servizio pubblico essenziale ed a carattere di preminente interesse generale, in quanto volta ad ampliare la partecipazione dei cittadini e concorrere allo sviluppo sociale e culturale del Paese in conformità ai principi sanciti dalla Costituzione. Il servizio è pertanto riservato allo Stato”.

Come mai la Corte Costituzionale fece saltare quel monopolio ? Certamente perché il paese (l'Italia) stava crescendo e occorrevano nuovi spazi di democrazia e poi perché con l'informazione andavano intrecciandosi interessi economici, che nel tempo portarono al sorgere -per esempio- degli impianti Mediaset e non solo.
  
Il monopolio aveva riguardato sostanzialmente le trasmissioni circolari: un’antenna emittente e tanti indefiniti destinatari. Quindi, in linea teorica, chi colloquiava via radio con dei destinatari prefissati non violava questi principi. Per questa via nessuno poteva essere perseguito visto che non necessariamente rappresentava un’aperta violazione della legge.
Già nel 1974, la Corte Costituzionale aveva permesso la trasmissione in locale via cavo, iniziando una discreta libertà delle trasmissioni a corto raggio cablate. 

A Contessa la radio che copriva il centro urbano fu installata in quegli anni in via Files e ad orari prefissati trasmetteva notizie, commenti, corsi di lingua albanese e non mancava il taglio politico, declinato in area democratico-socialista. Buona parte degli orari erano coperti pure da dischi di canzoni in auge in quegli anni che i sempre presenti volontari inserivano negli impianti di trasmiissione. 
Era quello -a Contessa- il periodo della sindacatura Di Martino impegnata nella ricostruzione post-terremoto e la radio seguiva da vicino tutte le fasi amministrative delle sedute plurisettimanali della Commissione art. 5, dei lavori consiliari e delle assemblee mensili che il sindaco Di Martino intratteneva regolarmente con la gente.

Esistono certamente conservati i carteggi amministrativi e le registrazioni dei programmi che si aveva cura di accuratamente effettuare giornalmente. Eseguendo accurate ricerche si potrebbero forse riascoltare temi, vicende e letture interpretative di quegli anni che fluivano fra entusiasmi, impegni, scontri fortunatamente solo politici fra le different strutture partitiche e ambizioni volte a non far tardare il processo di ricostruzione che -però- non era solo di "ri-costruzione" della precedente realtà socio-contadina ma di un contesto nuovo a cui -ad un certo punto del processo- venne a mancare la nuova e diversa struttura occupazionale dell gente e, ragione per cui, sin dagli inizi degli anni '90 del secolo scorso ricominciò via via sempre più rigoglioso il flusso migratorio in tutta la Valle.

Da quel luglio di 42 anni anni la strada percorsa dall’informazione in Italia e in ambito locale è stata lunga. La problematicità legata alle “radio libere” è ormai preistoria.

Di chi ricordiamo l'impegno a tenere in vita quella Radio "Radio Entella Arbëreshë" ? 
Certamente dell'assessore comunale Giuseppina Cuccia, di Tomasina Guarino, di Teodoro Schirò, Franco Bellini e di tanti altri che sfuggono alla memoria ma di cui potremmo, di tutti, ricordarci se solo rispuntassero documenti amministrativi, fotografie, testi scritti e registrati che furono in quel periodo accuratamente conservati.
Dove ?

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