venerdì 8 giugno 2018

I conti pubblici ai tempi dei populisti. (2)



La Politica al tempo dei regnanti populisti.

I populisti , vincitori delle recenti elezioni politiche sostengono -adesso un pò meno- che  con l’uscita dell’Italia dall’euro e la conseguente introduzione di una nuova lira svalutabile sistematicamente la competitività delle esportazioni aumenterebbe, accrescendo così la domanda interna e quindi il PIL del Paese.

L’introduzione di una moneta svalutata può portare ad aumento di competitività a quale condizione ? purchè i salari nominali non cambino e nel contempo a fronte dell’inevitabile aumento dell’inflazione e del costo della vita innescato dall’uscita dall’euro, e purchè le remunerazioni dei lavoratori restino invariate con l'inevitabile riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. 
La perdita di potere d’acquisto dei salari (o deflazione salariale), giudicata ineluttabile per essere competitivi restando nell’euro, ritornerebbe quindi dalla finestra mediante la svalutazione continua della nuova liretta, in caso di uscita dall’euro.

Una moneta debole come sarebbe la nuova lira, renderebbe più costose le importazioni. Le imprese che sono costrette ad importare materie prime o beni intermedi vedrebbero così aumentare i loro costi di produzione. 
Il nostro Paese importa circa il 60 percento di materie prime e semilavorati dall’estero. Per cui il presunto vantaggio delle frequenti  svalutazioni verrebbe più che compensato, dai maggiori costi di materie prime e semilavorati importati.

Nella visione semplicistica dell’effetto positivo della svalutazione ricorrente del cambio sull’export si ragiona come se il 100% del prodotto fosse realizzato in Italia. In realtà noi importiamo dall’estero una parte più che significativa delle materie prime e dei componenti.
Con una lira svalutata e l’aumento dei prezzi che si rincorrono al seguito delle frequenti svalutazioni, le famiglie si ritroverebbero a fronteggiare una riduzione del loro potere d’acquisto. Ciò produrrebbe una contrazione dei consumi con effetti sulla domanda aggregata, che andrebbero a ridurre eventuali effetti benefici generati da un aumento delle esportazioni. 

Un ulteriore argomento da considerare che indebolisce questo assunto no euro portata vanti dai populisti è pensare che la nostra politica di svalutazione continua non provocherebbe nessuna reazione dai nostri partner/avversari commerciali. E' come pensare che un pugile sul ring colpisce l’avversario pensando di non poter ricevere un colpo a sua volta. 
Quando si gioca alla svalutazione continua (stampando nuova moneta)  infatti può capitare di avere la carta che ci consente di prendere il mazzo degli avversari, ma possiamo essere anche vittime della stessa giocata. 

Con ciò superiamo l'argomento dei danni dei dazi che producono una serie di azioni e reazioni che alla fine fanno stare tutti peggio (le cosiddette guerre commerciali come quella che sta portando avanti il presidente populista degli Usa). Insomma l’idea che con l’uscita dall’euro torniamo nel mondo di tanti anni fa, dove tutto il prodotto era fatto in Italia e che tutti gli altri assistano senza reagire alla nostra politica di svalutazione (senza rispondere con barriere commerciali o altri atti ostili) è della massima ingenuità ed incompetenza da politicanti da strapazzo.

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