martedì 15 maggio 2018

L'uomo e la Storia

Il Novecento:
 l'Europa -centro del mondo- è alla 
fine della sua corsa (primato)

Nel 1901 dalla Cina -paese dove tutte le potenze europee cercavano di farsi spazio occupando, imponendo, distrugendo- giungono notizie terrificcanti: c'è stata una violentissima rivolta xenofoba contro tutti gli uomini di pelle bianca; a promuoverla erano stati i "boxers", setta segreta contro l'uomo bianco che mirava a imporre in quel millenario impero modelli di vita (di corruzione) tipici della cultura europea.
I "boxers" distruggono fabbriche e abitazioni dei bianchi che erano diventati sempre più invasivi in quella realtà e uccidono con determinazine, proprio come l'uomo bianco aveva loro "insegnato".

La fine del privilegio bianco.
Soldati della spedizione internazionale
irrompono a Pechino, presidiata dai boxers,
per liberare le delegazioni europee tenute
in ostaggio.
L'Europa della Belle Epoque, quella dei duri Prussiani e quella degli Inglesi presenti in ogni punto del globo non può ammettere che esista una realtà che non apprezzi la sua "civiltà", o tale ritenuta. Il Kaiser  prende l'iniziativa di contrattacare (per far mettere giudizio ai cinesi) e costituisce una coalizione di sette stati fra cui gli Stati Uniti (per la prima volta questi iniziano il loro ruolo di guardiani del mondo), la Russia zarista ed i giapponesi (questi da sempre intressati ad indebolire l'ingombrante vicino). Il Kaiser -è rimasto nella Storia- ordina ai comandanti dei repart tedeschi: "Fate impallidire il ricordo di Attila" e così è avvenuto. Le rappresaglie del corpo di spedizione non furono infatti meno atroci di quelle messe in atto dai "boxers".  

Anche l'Italia di Umberto I fece parte della spedizione contro il gigante cinese. Il 16 luglio del 1901 dal porto di Napoli partì un contigente di 83 ufficial, 1882 soldati, 178 cavalli. Erano bersaglieri, artiglieri e marinai.

Quella spedizione euro-americana in verità segna la fine del predominio indiscusso dell'uomo bianco sul pianeta (questa è la convinzone di Teilhard de Chardin).  In quell'anno Mao Tse-Tung ha sette anni e di lì a dieci anni dopo -in Cina- inizia il movimento rivoluzionario che nel 1911 (La rivolta di Wuchang) abatterà la millenaria monarchia del celeste impero.  

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A contribuire al tramonto del mito dell'Europa centro del mondo in quei primi anni del Novecento c'è la guerra Nipponica-russa. I due paesi erano interessati ad espandere le rispettive sfere di influenza.
Il 27-28 maggio 1905 nell'Oceano Pacifico avviene una grande battaglia navale fra le flotte di due paesi (uno europeo, la Russia, e l'altro asiatico, il Giappone).
I Giapponesi trassero in un tranello la flotta russa e la distrussero completamente, costringendo alla resa incondizionata  le ultime 12 unità non affondate. Allora, cn quella battaglia navale, si potè constare -per la prima volta- che genti non europee, non bianche, erano più preparate e più capaci di condurre il gioco (le battaglie), prerogativa che era sempre stata, per millenni, prerogativa dell'uomo bianco.   

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