venerdì 27 aprile 2018

Enti Locali. L'integrità civica e morale degli amministratori

QUESTA RUBRICA
Una sorta di stimolo per la elaborazioni dei programmi delle due liste (prevedibili) che saranno in competizione a Contessa nella tornata elettorale del 9 giugno. 

Tentativo per far capire che chi va in Amministrazione non gestisce una azienda ereditata dal genitore.
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1) In politica con la P maiuscola si opera e si procede per il bene dei propri paesi. I veri politici come lo erano un De Gasperi, un Fanfani, un Nenni ed tanti altri anche da posizioni apparentemente inconciliabili riuscivano sempre a raggiungere il punto di incontro per il bene delle comunità da guidare.
Figuriamoci se sull'intesa delle cose da fare in un paesino di provincia come è Contessa Entellina non sarà possibile convenire fra chi è eletto in una lista o in un'altra. Chi costruisce i muri nei confronti dell'oppsizione in un piccolo Comune non lo fa mai nell'interesse del paese.

2) Gli amministratori -soprattutto dei grossi Comuni e pure dei piccolssimi- hanno un ruolo rilevante e spesso gravido di responsabilità. 
Le notizie sempre più frequenti della cronaca segnalano purtroppo che nel comparto delle commesse pubbliche (pubbliche forniture, appalti) spesso gli ammnistratori incorrono in reati contro la pubblica amministrazione ed in inadempienze.
Appalti che dovrebbero durare sei mesi spesso si scopre che durano da quattro e cinque anni.
Spesso -inoltre- le sporcizie si scoprono sotto motivazioni tecnicamente insostenibili e discendenti dalle ataviche "pessime abitudini italiche".

3) Gli amministratori pubblici devono dedicare più diligenza nella cosa pubblica che in quella ereditata dai genitori.
Ogni episodio di negligenza (che si tratti della problematica dei buoni libri  o di quella della strada rurale di località ....) non danneggia solamente l'immagine dell'Ente ma anche l'economia locale. 

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