venerdì 26 gennaio 2018

Regione Sicilia. 380 milioni di fondi per spese irregolari da rstituire all'Europa

MALA-AMMINISTRAZIONE

Il Tribunale dell’Unione Europea interviene su «varie irregolarità» e «gravi carenze nella gestione e nei controlli» che sono costate 379 milioni 730mila 431 euro e 94 centesimi: la quota di fondi strutturali che l’Italia ha perduto (sul miliardo e 209 milioni di euro destinati 15 anni fa al sostegno di interventi strutturali in Sicilia) a causa della inaffidabilità dei suoi sistemi di controllo e utilizzo.

Nel 2004 (era Cuffaro) la Commissione europea aveva approvato il cosiddetto «Por Sicilia», cioè il Programma operativo per la regione Sicilia, con un cofinanziamento del Fse-Fondo sociale europeo fino a 846 milioni su 1,2 miliardi. Ma il 17 dicembre 2015, sulla scorta di una serie di audit avviati sin dal 2005, la Commissione europea aveva ridotto il contributo finanziario di ben 379 milioni «a causa delle constatate irregolarità singole e sistemiche», e di «varie irregolarità in diverse operazioni, alcune accertate dall’Olaf-Organismo antifrode europeo». Contro questa decurtazione finanziaria lo Stato italiano aveva presentato ricorso al Tribunale dell’Unione Europea: ma giovedì questi giudici lo hanno però respinto, e hanno convalidato la decisione della Commissione europea di ridurre i fondi all’Italia togliendole quei 379 milioni di euro inizialmente stanziati.

Sono state  «accertate operazioni relative a progetti presentati dopo la scadenza del termine di presentazione delle domande di partecipazione, spese di personale non correlate al tempo effettivamente impiegato per i progetti, consulenti esterni privi delle qualifiche richieste, insufficienti giustificativi di spesa, altre spese non attinenti ai progetti, esecuzione delle attività non conforme alla descrizione dei progetti, violazione delle procedure di appalto e di selezione di docenti e fornitori». 


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