martedì 23 gennaio 2018

Hanno detto ... ...

A Palermo si va verso il razionamento dell'acqua.
La ricerca di soluzioni e le accuse dei sindacati.

L'Amap è pronta a razionare l'acqua in città. 
La società di via Volturno, che finora ha rinviato 
ogni decisione in attesa dell'ok allo stato di calamità naturale, adesso si sbilancia.

NELLO MUSUMECI, presiidenee della Rgione Sicilia
“Stiamo tentando di capire se rientriamo nei poteri speciali anche per la crisi idrica, per potere attivare il collegamento con un acquedotto che è ai confini della provincia di Palermo, con una copiosa quantità di acqua che andrebbe immessa nella rete che serve Palermo. Questo ci consentirebbe di risolvere momentaneamente l’emergenza idrica sul capoluogo siciliano”.

Palermo in crisi idrica ma dal 2010 butta in mare l’acqua delle sorgenti Scillato
“Non abbiamo ricette per la pioggia, francamente. Si possono fare tutti gli invasi che vogliamo ma gli invasi sono alimentati dall’acqua piovana che in Sicilia viene utilizzata per l’11 per cento. Tutto il resto viene assorbito dal suolo o finisce in mare. Poi, la rete da tempo non viene sottoposta a manutenzione. Insomma, ho capito che aspettavano me per mettere a nudo le emergenze strutturate che proprio perché strutturate esistono da decenni, ma siccome non mi piego facilmente e ho tanta tenacia, piano piano riusciremo ad affrontare anche questi problemi”.

GIOVANNI MUSSO segretario generale Femca Cisl Palermo Trapani, 
LIA ARCURI,segretario aziendale all'Amap per la Femca Cisl Palermo Trapani. 

"Palermo torna al passato con il razionamento idrico. Peccato che dal 2010 si continui a sversare in mare l'acqua delle sorgenti di Scillato, a causa di una breccia nell'acquedotto che la porta in città". 
"In 8 anni sono stati buttati a mare 100 milioni di metri cubi d'acqua potabile - aggiungono - provenienti da una sorgente nota per le sue caratteristiche, tanto che recentemente il comune di Scillato ha formalizzato le procedure di aggiudicazione per l'imbottigliamento per scopi commerciali". 
Secondo la Femca Cisl "nulla è stato fatto per risolvere definitivamente il problema, se non un intervento tampone nel 2017 che ha riportato in condotta solo una parte di quest'approvvigionamento idrico".


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