domenica 21 gennaio 2018

Dissero ... ...



Scanderbergh è un personaggio che nel corso dei secoli è stato usato per più esigenze storico-politiche del momento. Una sorta di Garibaldi buono per ogni esigenza; un Garibaldi usato dall'Italia liberale, dall'Italia fascista e dall'Italia repubblicana (compresa quella democristiana) e prossimamente verosimilmente dall'Italia globalizzata.

Noi, qui sul Blog, vogliamo proporci di capire in profondità il personaggio Scanderbergh nel corso di questo anno 2018 a lui dedicato. 
Lo faremo perchè i personaggi della Storia non pssno essere strumentalizzati da tutte le parti, da chi ha titoli e da chi titoli ne possiede molto meno.

Iniziamo per la riflessione con un tema, che sarà po il tema che analizzeremo nel  corso dell'anno, servendoci di studi storici, tesi di laurea e ricerche ad oggi pubbliche.
Questione
Con la caduta del regime comunista marxista-leninista in Albania la Chiesa Cattolica non è più considerata l’istituzione reazionaria per eccellenza. 
E' giusto che sia così. 

E' corretto, allora, che gli storici senza reticenze evidenzino adesso il fatto che Scanderbeg agì in un contesto e in un periodo dove lo spirito di crociata fu vivissimo e che egli stesso ne prese parte attiva. 
Non bisogna però fermarsi qui; servono infatti parecchi altri approfondimenti. 

Alla crociata impersonata da Scanderbeg andrebbe data l'interpretazione storica nel quadro delle precedenti crociate antimussulmane, quelle che attraversarono i Balcani, l’Impero bizantino e i territori albanesi nel medioevo. 
Sappiamo tutti -e i libri di Storia scolastici questo ci fanno credere- che le crociate furono proclamate con l’intento di liberare la Terra Santa ed erano rivolte intenzionalmente contro i mussulmani, ma in realtà, particolarmente le prime quattro, si rivelarono uno scontro militare, politico e ideologico, con l’Impero cristiano-bizantino e la cristianità orientale

I bizantini percepirono l'intenzione e la volontà di potere temporale dei Papi e della Chiesa Romana e si adoperarono per evitare la catastrofe, senza però riuscirci. 
L’esito della quarta crociata nell’anno 1204 è una data dagli effetti di lunga durata che ancora oggi impedisce a chi sa leggere nella Storia di dare fiducia a chi usa la Fede al servizio del Potere. 
Quella data produsse effetti ancora oggi durevoli, forse imprevisti  e di cui, allora, pochi compresero la portata. 

Ancora oggi si fatica a comprendere le conseguenze delle crociate.
Basta leggere i libri scolastici in uso nell'Italia che fu democristiana. Sarebbe corretto che il mondo cattolico oltre che chiedere scusa -con le parole di Giovanni Palo II alla cristianità orientale- iniziasse inoltre a sviscerare le dinamiche ancora oggi conservate negli archivi vaticani che trasformarono le crociate, in particolare la quarta nella prima pietra posta sulle fondamenta del futuro Impero ottomano.
L'Impero ottomano non è altro che una sorta di frutto amaro, velenoso, consegnato dai Papi di Roma alla cristianità orientale e pure -in misura minore- a quella occidentale.
A questa vicenda andrebbe dato il giusto peso se si vogliono valutare appieno le cause del successo ottomano e del fallimento, sia dell’Occidente nell'impedire l’espansione ottomana nel XV secolo, sia degli altri principi balcanici, Scanderbegh compreso.

In questa pagina riportiamo per intanto il pensiero su Scanderbergh di un ex premier dell'Albania, divenuto Vescovo Ortodosso.

Il detto
II papa Nicola V conferì a Scanderbeg il titolo di «Campione della cristianità», che gli fu confermato da Callisto III, Pio II e Paolo II. È un titolo pienamente conquistato dalle sue campagne: dal 1443, quando fu chiamato da Eugenio IV, fino al 1468, per quasi venticinque anni consecutivi, egli combattè instancabilmente, eccezion fatta per due periodi di armistizio, sempre agli ordini dei papi e solo di rado per conto di altre potenze e comunque sempre con il consenso del papa. 
Disse di lui Pio II: Trascorse quasi tutta la sua vita combattendo per la cristianità!. E Callisto III in una sua lettera dell’11 settembre 1457 gli scriveva: Non vi è uomo al mondo che non conosca gli eroismi da te compiuti e che non ti innalzi al cielo come vero capo, difensore e generoso stratega della cristianità. Per finire si può dire che per Scanderbeg è tanto giusta quanto meritata la lode: Santo come san Luigi, diplomatico come Talleyrand, valoroso come Alessandro Magno. 
FAN S. NOLI,  
(İbriktepe, 6 gennaio 1882 – 
Fort Lauderdale -Usa-, 13 marzo 1965) 
è stato un politico, poeta, vescovo ortodosso,
 storico, drammaturgo, oratore e traduttore 
albanese, esponente politico-culturale 
dell'Albania dell'inizio Novecento, 
uno dei più conosciuti ed amati in Albania, 
nonché Primo Ministro ...

Nessun commento:

Posta un commento