venerdì 19 gennaio 2018

Contessioti. Si è tali se si conosce -almeno- il mondo entro cui si vive (2)

Alla ricerca degli Elimi
di Entella

Abbiamo difficoltà oggi a conoscere chi fossero gli "elimi" per la semplice ragione che quando loro presidiavano il territorio nord-occidentale dell'isola (Entella-Segesta-Erice) non vi erano ancora uomini che scrivessero di Storia.
Il primo vero storico dell'umanità è stato Tucidide, ateniese del V secolo a.C., che scrisse tutto ciò che a suoi giorni era noto su tutta la Grecia.
La Grecia non era altro che l'intero mondo Mediterraneo oramai acquisito sin dal sec. VII alla cultura e alla filosofia greca (e la Sicilia era parte integrante di quella Grecia che comprendeva oltre all'Italia meridionale gran parte dal litorale ligure a quello francese e spagnolo).

E' Tucidide quindi che, primo storico, nel V secolo a.C., il secolo di splendore della Grecia perchè segnato dalle figure di Pericle e di Socrate, inizia a cercare elementi solidi (veri) sui popoli precedenti ai greci che erano vissuti sull'isola. 
Ad occuparsi ancora in maniera scientifica dei popoli antichi di Sicilia e di cui ci restano i testi sono oltre e successivamente a Tucidide, Plutarco e Diodoro Siculo.

Con queste tre figure inizia la storiografia; è ovvio che il periodo antecedente da loro non approfondito scientificamente non è storia ma è preistoria. Per nostra fortuna ciò che gli storici non ci hanno detto sugli Elimi e su Entella ce lo stanno facendo conoscere -grazie ai loro nuovi e recenti metodi scientifici- gli archeologi della Scuola Normale di Pisa che da decenni conducono scavi e studi sulla "montagna", come i nostri nonni si riferivano ad Entella.
Al punto in cui sono giunte le ricerche non tutto è stato comunque ancora svelato sui misteri che avvolgono il popolo degli elimi, ma molto su di loro ormai ci è noto.

Tutto ciò che è accaduto in Sicilia prima del V secolo sa più di mito e leggende che di vicende reali e se qualcosa è pervenuta a noi è ammantata da amplificazioni e abbellimenti poetici.

Tucidide pare che sia venuto in Sicilia per seguire la guerra in corso fra Atene e Siracusa e ne approfittò per raccogliere elementi solidi (veri) sull'isola.
Egli inizia la sua descrizione sulle etnie presenti nell'isola in quel V secolo:
-- gli ellenici (i greci)
-- i siculi
-- i sicani
-- gli elimi
-- i fenici
-- gli eoliani.
Con questa fotografia etnografica inizia quindi la Storia dell'isola.
Tucidide evidenzia che godevano di forme di civiltà e vivevano peraltro in grandi città solamente gli ellenici (Siracusa e molte altre ), le altre vengono descritte con  modi di vita piuttosto arretrati.
La Rocca di Entella - La montagna
La ricerca sull'isola condotta di Tucidide mette in evidenza che ciascuna etnia possedeva memoria (orale) delle proprie origini che varia dai tre ai nove secoli anteriori, ma nessuna etnia conosceva come, perchè, da dove provenisse. Le loro mitologie parlavano di Ciclopi e di Lestrigoni e queste leggende non consentirono a quei primi storici dell'umanità di ricostruire qualcosa di credibile se non sugli ellenici, presenti sull'isola sin dal VIII-VII secolo e sui fenici, uniche etnie che conoscessero una forma di scrittura. I fenici avevano sin dall'inizio del millennio a.c. semplificato la scrittura con ideogrammi creata dagli egizi ed i greci sin dal IX usavano una scrittura che consentiva la piena espressione del pensiero e dei concetti umani avendo inventato l'alfabeto. Il linguaggio greco è perciò quello che ha aperto gli orizzonti espressivi dell'Occidente.

Conclusione:
Tucidide fu e volle essere uno storico della contemporaneità. Nulla volle concedere a miti e leggende. Sulla Sicilia volendo riferirci alla storiografia conosciamo quindi informazioni certe solamente  a decorrere dalla Sicilia-greca, la cui colonizzazione inizia nel VII (o VIII) sec. a.C..

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