
L'individuo -lo sappiamo bene- non si sente parte della società, non ritiene di dover aderire e/o contribuire ai ruoli che la società del passato assegnava a ciascuno.
L'individuo del terzo millennio rifiuta tutti i ruoli sociali del passato.
Avrebbe bisogno di apparire se stesso come soggetto.
Cosa ne deriva ?
Cosa ne deriva se l'individuo toglie ruoli e deleghe al partito, al sindacato, all'associazione, alla parrocchia, etc ?

L'individuo, chiuso in se, del terzo millennio è abbandonato da una società che ormai non dispone più di segnali che lo rassicurino sul futuro.
L'individuo che non ama più i partiti, i sindacati, le parrocchie etc. è messo adesso improvvisamente di fronte al compito di doversi costruire una società altra al posto di quella che lo ha abbandonata (e che pure egli ha voluto abbandonare).
Il compito è impossibile. Perchè ?
Intanto la fase da una società "comunitaria" ad una individualista all'estremo non può che vedere vincitori altri che i "camaleonti". E questi tutto sono, ma mai "altruisti".
Il passaggio da un tipo di società (anche se agonizzante) ad un'altra non è impresa facilissima. Il transito di solito è sempre guidato da "insubordinati", da rivoluzionari e/o ribelli.

Per quanto ossessiva sia oggi la ricerca, la volontà ed il bisogno di identità non pare infatti in vista la realizzazione del soggetto, che vuole diventare soggetto.
I sociologi e gli studiosi delle cose dell'uomo, dell'umano, ci dicono invece che stiamo assistendo all'autodistruzione dell'individuo incapace di transitare dall'individualismo ... al "soggetto" rivestito di libertà e identità dentro la s-o-c-i-e-t-à.
Avremo comunque modo di ancora riflettere.
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