domenica 22 ottobre 2017

Pietro Gullo. L'uomo-albero e "Dovunque Alberi"

Non abbiamo capito ancora le
ragioni per cui una Comunità umana
debba restare priva di approvvigionamento idrico,

pertanto proviamo ad intuire.

Contessa è un paese dove ancora una frazione della popolazione parla in arbëreshë, l'antica parlata dei profughi albanesi riparatisi nella seconda metà del XIV secolo in Sicilia per sottrarsi all'avanzata degli ottomani nella penisola balcanica.  Attribuisco a questa peculiarità linguistica la circostanza "ridicola" per cui alcuni compaesani non ritengono doveroso, secondo le leggi della Repubblica Italiana, di somministrare l'acqua potabile alla Comunità Trinità della Pace di Pizzillo.
Sussiste -almeno così mi è sembrato di capire ascoltando chiacchiere- un equivoco interpretativo su un libro, un libro scritto in italiano e non in arbëreshë, di p. Pietro, che ha indotto alcuni ad equivocarne maldestramente il senso ed il significato del titolo. Hanno capito fischi per fiaschi oppure, ed è lo stesso, fiaschi per fischi.
  
Il libro dal titolo "Dovunque Alberi", che ovviamente è stato letto solamente nel titolo, ad alcuni compaesani ha fatto immaginare che tutta la contrada Pizzillo dovesse essere rivestita di piante. Piante che a p. Pietro comunque piacerebbero. 

Ironia a parte, restiamo in attesa che il Sindaco -da noi invitato in un precedente scritto a far conoscere le motivazioni sui due anni di inerzia e di farlo possibilmente utilizzando questa pagina del Blog- chiarisca la questione che ormai non può chiudersi nell'indifferenza.

   
E mentre attendiamo i chiarimenti
proviamo a interpretare "Dovunque Alberi"


Nel libro "Dovunque Alberi" p. Pietro Gullo scrive "Ho attraversato questa nostra piccola terra dalla prospettiva degli alberi, corpi dopo la semina e l'attesa, non tanto per sollevare un'urgenza ecologica, ma una questione teologica.
Senza disprezzare altre interpretazioni e differenti chiavi di lettura, credo che solo il cristianesimo ha osato collocare il corpo nelle profondità più recondite e intime dell'eternità ".



Albero quindi come corpo; corpo umano abitato dall'armonia che inevitabilmente realizza comunione fra gli esseri umani. 



"Il corpo è come un albero, nei cui giardini passeggia Dio".  
Se gli alberi bene irrigati "incarnano" l'acqua e poi fiorendo danno frutti, con la stessa logica l'uomo che accoglie lo Spirito consente a Dio di incarnarsi, di ri-nascere a vita nuova e diventare conseguentemente figlio nel Figlio.
Senza incarnazione non esiste Dio, non esiste uomo, non esiste rivelazione della Trinita'.
L'albero, ossia il corpo, è l'unico accesso per entrare al cuore del vivere umano. Esso, albero-corpo, crea le "relazioni", cioè i rapporti reciproci fra gli uomini.

Per chiudere questo ... modesto commento, rivolto a chi è tenuto per legge dello Stato a fornire l'acqua agli alberi-corpi umani, ricordiamo come p. Pietro nel primo capitolo del libro ricordi: 
"Anche Gesù è ad immagine dell'albero 'quando sarò innalzato attirerò tutti a me'' .

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