Il due agosto 2000, ci ha lasciato Francesco Di Martino, figura storica del socialismo palermitano. Nato nel dicembre del 1936, poco più che ventenne, come nuovo Sindaco di Contessa Entellina, appena eletto nelle amministrative iniziò ad affrontare con piglio innovativo la situazione socio-economica del piccolo centro dell'entroterra palermitano.
Con lui inizia un nuovo e diverso modo di essere sindaco, lontano dal gestire l'esistente al fine di conservarlo sempre uguale a prima. Era infatti socialista-riformista e il suo primo quadriennio di sindacatura fu caratterizzato da una continua apertura di cantieri di lavoro col duplice intento di sottrarre le molto misere condizioni di vita dei braccianti e manovali dallo sfruttamento dei grandi proprietari terrieri che ancora esistevano e di completare i selciati all'interno della viabilità urbana allora non definita sopratutto ai margini degli assi principali e nelle periferie.
Per lui fresco di laurea in Economia fu, in quegli anni, l'applicazione sul campo della Teoria generale dell'occupazione, interesse e moneta, di John Maynard Keynes.
Con lui inizia un nuovo e diverso modo di essere sindaco, lontano dal gestire l'esistente al fine di conservarlo sempre uguale a prima. Era infatti socialista-riformista e il suo primo quadriennio di sindacatura fu caratterizzato da una continua apertura di cantieri di lavoro col duplice intento di sottrarre le molto misere condizioni di vita dei braccianti e manovali dallo sfruttamento dei grandi proprietari terrieri che ancora esistevano e di completare i selciati all'interno della viabilità urbana allora non definita sopratutto ai margini degli assi principali e nelle periferie.
Per lui fresco di laurea in Economia fu, in quegli anni, l'applicazione sul campo della Teoria generale dell'occupazione, interesse e moneta, di John Maynard Keynes.
Quando la tragedia del terremoto si accanì sul territorio povero della Valle del Belice, già intaccato dal punto di vista sociale dalla piena del flusso migratorio verso la Germania e la Svizzera di centinaia e centinaia di giovani disoccupati e contadini poveri, flusso che inevitabilmente ritardava -in assenza delle forze umane più intraprendenti lo sviluppo degli anni a seguire del territorio-, egli in stretta collaborazione con tutti gli altri sindaci della Valle e col sostegno del suo partito Partito fu fra i protagonisti del ripensamento su nuovi modelli del processo della ricostruzione che -in quegli anni- era proiettata (o almeno immaginata) verso ipotesi industriali (Capo Granitola ed altro ancora) e stimoli piccoli artigianali. Ipotesi però mai percepite né dalla Regione né dallo Stato nelle conseguenti infrastrutture di base.
Una esperienza quella della ricostruzione post-terremoto che segnerà la vita amministrativa e politica all'interno del Partito Socialista di Francesco Di Martino.
Laureato in Economia, dirigente della Regione Sicilia, amministratore di svariati enti e aziende pubbliche, persona sobria, pacata, sempre lucida, mai sopra le righe, iscritto da ancora ragazzo al PSI, il suo partito di cui fu segretario regionale dell'organizzazione giovanile e poi dello sdi -l'organizzazione politica post-psi-, Francesco Di Martino, Ciccio per gli amici e compagni, non fece mai mancare il suo impegno come socialista, nel sindacato, la CGIL, nel Comune di Contessa di cui era stato sindaco per 18 anni e consigliere comunale per 30, nella società.
La sua disponibilità non è mai venuta meno ed è rimasto il riferimento prezioso ed evidente, la presenza fondamentale durante le vicende post-tangentopoli quando in Sicilia l'intero establishment di partito passò alla diaspora ed egli per tutti gli anni novanta rimase -spesso da solo- deputato dello storico Partito Socialista all'Assemblea Regionale Siciliana.
Con Di Martino, il 2 agosto 2000 è venuto meno l’ultimo delle grandi figure del socialismo siciliano che mai nascose l'orgoglio di Partito né lo occultò su sponde opportunistiche.