mercoledì 3 maggio 2017

Valentino Parlato. Il Pci per il quale ancora oggi esiste gente nostalgica distingueva fra "allineati" ed "e-r-e-t-i-c-i", ossia coloro che sapevano riflettere

Valentino Parlato, di origine siciliana, era un comunista eretico, un dissenziente. 
Nel 1969 fu radiato e non espulso dal Pci quando, assieme a personaggi come Luigi Pintor, Rossana Rossanda, Luciana Castellina e Lucio Magri, criticò Botteghe Oscure infrangendo il tabù del centralismo democratico perché -da uomo libero- non condannò l’invasione sovietica della Cecoslovacchia. 
Con «la radiazione si poteva rientrare nel Pci, con l’espulsione no. Magri successivamente tornò nel Pci, Parlato no», alla sua testa, alla sua riflessione non rinunciò mai.


Si è spento ieri a 86 anni, è stato il fondatore e a più riprese direttore del Manifesto.
Era un uomo di grandi ideali ma senza paraocchi ideologici, era comunista ma non ebbe ma come idolo nè il Pci, nè il comunismo. Era cosciente della situazione comatosa nella quale versava la sinistra europea e, in particolare, quella italiana. 
Rifletteva sugli anni terribili di crisi e di transizione politica, istituzionale, economica e sociale della seconda repubblica. Commentava sconsolato: «Servirebbe una rielaborazione del pensiero, ma la sinistra ragiona come se il passato fosse ancora presente». 

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