martedì 9 maggio 2017

Credibilità istituzionale. Come la classe politica incrina la fiducia dei cittadini

Dicevano i nostri genitori, la generazione precedente agli attuali anziani: la legge è legge e va osservata. Erano altri tempi; adesso disponiamo di un "legislatore" che produce norme finalizzate non a regolare la vita collettiva bensì per compiacere se stesso e provare ad ingannare la credibilità pubblica, pur sapendo di tirare fuori parole a "casaccio".

Accade in questi giorni
"Devi essere anche un vero divo, devi
essere capace di intrattenere il pubblico,
di farlo ridere, di parlare in maniera più semplice [...]

Il primo segnale della perdita di potere
della politica nei confronti dell'informazione
è che i politici hanno cominciato a
parlare come vogliono i media.
Soprattutto il più forte, che è la televisione,
ma anche i giornali. E prima non era
affatto così.

Prima erano i giornali
e la televisione che si piegavano alle
esigenze dei politici. E naturalmente,
il fenomeno poi più grande, che è quello
che Forza Italia è nato dai media,
dal linguaggio televisivo"

(da Il mondo nel linguaggio della
politica
, in www.filosofia.rai.it,
"Il grillo", 3/6/1998).
A) Sarebbe dovuta partire il primo maggio, come stabilito dalla Legge di Bilancio, e invece ancora si attende l'avvio dell'APE SOCIAL, la misura sperimentale che prevede l'anticipo pensionistico per quei soggetti in stato di bisogno con 63 anni di età e almeno 30 anni di contributi. 
Il decreto-attuativo è stato firmato dal premier Paolo Gentiloni lo scorso 18 aprile, tuttavia il suo iter si è arrestato dopo il parere emesso dal Consiglio di Stato. Questi suggerisce di modificare la platea dei beneficiari e le tempistiche per il riconoscimento delle domande da parte dell'Inps.

B) L'APE VOLONTARIA invece, secondo il ministro Poletti  "è pronta" ma  "è il ministro dell'Economia che ha il controllo puntuale del procedimento". 
Il ritardo è superiore a quello dell'Ape sociale in quanto il decreto su questa seconda misura sperimentale non è ancora stato presentato al Consiglio di Stato
Il prestito sulla futura pensione potrà essere richiesto dai lavoratori con almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi fino al 31 dicembre 2018. 
Ma quando entrerà in vigore?

Questa è la classe dirigente degli inetti che prima  dopo ci consegneranno nelle mani dei populisti, altra specie di "politicanti" che all'inettitudine aggiunge la "demagogia".

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