giovedì 13 aprile 2017

Pasqua. Non sempre abbiamo provato a capire i riti pre-pasquali e pasquali (4)

Il presente testo ricalca in libera traduzione dall'inglese
A LITURGICAL EXPLANATION OF HOLY WEEK 
The Very Rev. Alexander Schmemann 

GRANDE E SANTO GIOVEDI

Giovedi Santo: L'Ultima Cena

Due eventi plasmano la Liturgia del Grande e Santo Giovedi: l'Ultima Cena e il tradimento di Gesù da parte di Giuda.

L'Ultima Cena è l'ultima rivelazione di Dio, amore e redentore dell'uomo. Il tradimento di Giuda rivela che il peccato, la morte e l'autodistruzione sono anche conseguenza dell'amore, di quell'amore diretto a ciò che non merita amore.
Il mistero di questa giornata, unica, e la sua liturgia entro cui luce e tenebre, gioia e dolore sono così stranamente misti, ci sfida a dover scegliere il destino eterno a cui siamo chiamati. "Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che la sua ora era arrivata ... dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine ... "(Giovanni 13: 1).
Per comprendere il significato dell'Ultima Cena, dobbiamo renderci conto che il fine del grande movimento del Divino Amore è da far risalire alla creazione del mondo e si è concluso con la morte e risurrezione di Cristo.

Amore, vita, comunione

Dio è amore (1 Giovanni 4: 8) e il primo dono dell'amore è stata la vita.
Il significato, il contenuto della vita, è la comunione. Vivere significa mangiare e bere, prendere parte al mondo. Il mondo è amore divino reso cibo, reso corpo dell'uomo; divenendo vitale, ossia, impadronendosi del mondo, l'uomo è entrato in comunione con Dio; Dio significa contenuto e fine della vita.


La Comunione offerta da Dio al mondo fu infatti la vera comunione con Dio. L'uomo ha ricevuto il cibo da Dio che così facendo gli diede l'essere e la vita, e l'uomo ha offerto il mondo a Dio, trasformato in vita di Dio e con Dio.
L'amore di Dio ha dato quindi la vita all'uomo e l'amore dell'uomo verso Dio ha trasformato questa vita in comunione con Dio.

Questo era il paradiso. In esso la vita era eucaristica, di ringraziamento. Attraverso l'uomo e il suo amore verso Dio l'intera creazione fu santificata e trasformata in onnicomprensivo sacramento della Divina Presenza e l'uomo fu sacerdote di questo sacramento.

Se col peccato l'uomo -ingannato- ha perso la vita in quanto ringraziamento, Dio gli è rimasto fedele, non lo ha abbandonato a se stesso perché era pur sempre la creatura uscita dalle sue mani ed anzi lo ha visitato in più modi in una sorta di gara di compassione e misericordia (Liturgia di San Basilio).
Ha intrapreso una nuova opera divina di redenzione e salvezza mediate Cristo, il Figlio di Dio, il quale, al fine di ripristinare l'uomo nella sua bellezza incontaminata e la vita come comunione con Dio, è diventato uomo, ha preso su di Sé la nostra natura, con relativa sete e fame e col desiderio di amore della vita.
E nella vita lui è stato rivelato, offerto, accettato e riconosciuto come totale e perfetta Eucaristia, come comunione totale e come perfetto Dio. Egli ha completamente respinto la umana tentazione: vivere "di solo pane".
Egli ha rivelato che Dio e il suo regno sono la vera cucina, la vera vita dell'uomo. E questa perfetta vita eucaristica, piena di Dio, e quindi divina e immortale, l'ha offerta a tutti coloro che avrebbero creduto in Lui, cioè, trovato in Lui il senso e il contenuto della loro vita.
Questo è il significato della meravigliosa Ultima cena. Egli ha donato se stesso come vero cibo all'uomo, in quanto ha rivelato che la vita in Lui è la vera vita.
Cosìcchè quel movimento del Divino Amore che ha avuto inizio in paradiso col divino "Prendete e mangiate ..." (il cibo è la vita per l'uomo) arriva adesso "fino alla fine", col Divino "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo ..." (perché Dio è la vita dell'uomo ...).

L'Ultima Cena è pertanto il restauro del paradiso della beatitudine, della vita in quanto Eucaristia e Comunione. Ma quest'ora finale d'amore è anche l'ora del tradimento.
Giuda lascia la Luce del Cenacolo ed entra nelle tenebre. "Ed era notte." (Giovanni 13:30). Perché egli lascia il Cenacolo? Perché egli ama, risponde il Vangelo, e il suo amore fatale è sottolineato più e più volte negli inni del Giovedi Santo. Non importa, infatti, che egli ami "l'argento”. Il denaro sta qui ad attestare l'amore deviato e distorto che porta l'uomo a tradire Dio.
Si tratta, in effetti, dell'amore rubato a Dio e quindi, Giuda non è che il Ladro.

Quando egli non ama Dio è pur sempre in Dio, è quell'uomo che ancora ama e che desidera, in quanto era stato creato per amare e l'amore è la sua natura, ma si tratta di una passione oscura e di un'auto-distruzione, è la morte, è la fine.
Ogni anno, quando ci immergiamo nella Luce e insondabile profondità del Giovedi Santo, la stessa domanda decisiva è rivolta a ciascuno di noi: io corrispondo all'amore di Cristo e lo accetto come e in quanto mia vita, o seguo Giuda nel buio della notte, nelle tenebre ?



Le Ufficiature di Giovedi
La liturgia del Santo Giovedi comprende:
a) Orthros,
b) Vespri e Liturgia di San Basilio il Grande.
Nella chiese cattedrali si svolge l'ufficiatura speciale della lavanda dei piedi, dopo Liturgia; quando il diacono legge il Vangelo, il Vescovo lava i piedi a dodici sacerdoti e con questo gesto si intende ricordare che l'amore di Cristo è il fondamento della vita nella Chiesa e plasma conseguentemente tutte le relazioni al suo interno.

E 'anche il Santo Giovedi del Santo Crisma che viene consacrato dai primati delle Chiese autocefale, e questo vuole significare anche che il nuovo amore di Cristo è il dono che riceviamo dallo Spirito Santo il giorno del nostro ingresso nella Chiesa.
All'Orthros il Tropario ci assegna il tema della giornata: l'opposizione tra l'amore di Cristo e l'“insaziabile desiderio” di Giuda.
"Mentre i gloriosi discepoli venivano illuminati dalla lavanda della Cena, ecco che l'empio Giuda, malato di egoismo, si ottenebrava e consegnava a giudici iniqui Te, il Giudice giusto.

Consideri come l'amante del denaro, proprio per esso finisce per impiccarsi ?.
Non seguiamo il desiderio insaziabile da lui osato contro il Maestro.
O Tu, buono con tutti, Signore, gloria a Te ".

Dopo la lettura del Vangelo (Luca 12: 1-40) ci viene proposto la contemplazione, il significato mistico ed eterno dell'Ultima Cena nel splendido canone di San Cosma.
Le ultime "IRMOS," (Nona ODE) ci invitano a condividere l'ospitalità del banchetto del Signore:
"Venite, o genti fedeli. Godiamo l'ospitalità del Signore con sensi elevati, nella sala alta e nella sua mensa immortale, apprendendo dal Verbo, che no magnifichiamo, più alte parole".


Al Vespro lo stichiria sul tema "Signore io grido" evidenzia l'anticlima spirituale del giovedi santo: il tradimento di Giuda "Giuda, servo e ingannatore, discepolo e insidiatore,, amico e diavolo, si rivela nelle opere. Seguiva infatti il Maestro e meditava tra sé il tradimento...".

Dopo l'ingresso, tre lezioni del Vecchio Testamento:
1) Esodo 19: 10-19, immagine della venuta di Dio nell'Eucaristia.
Non sapevano ..." - e questi 'grandi e meravigliose cose' sono soddisfatte nel dono di Cristo
2) Giobbe 38: 1-23, 42: 1-5, la conversazione di Dio con Giobbe e Giobbe: "Chi mi potrà dire ciò che non so, cose troppo grandi e meravigliose che non conosco ? ..." - e queste 'grandi e meravigliose cose sono soddisfatte nel dono di Cristo Corpo e Sangue.
3) Isaia 50: 4-11. L'inizio delle profezie sul servo sofferente di Dio.
La lettura dell'Epistola è tratta dai I Corinzi 11: 23-32: il racconto di san Paolo dell'Ultima Cena e il significato di comunione.

La lettura del Vangelo (la più lunga dell'anno) è presa da tutti e quattro i Vangeli ed è la storia completa dell'Ultima Cena, il tradimento di Giuda e l'arresto di Cristo nel giardino. L'inno Cherubini e l'inno di Comunione sono sostituite dalle parole della la preghiera prima della Comunione: "Della tua mistica cena, o Figlio di Dio, rendimi oggi partecipe, poiché non svelerò il mistero ai tuoi nemici, né ti darò il bacio di Giuda, ma come il ladrone ti prego: ricordati di me, o Signore, nel tuo regno".

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