giovedì 6 aprile 2017

La Grande Settimana. Il patrimonio liturgico più antico della Pasqua dei cristiani

Le celebrazioni della Grande Settimana, corrispondente alla Settimana Santa (Java e Madhe in albanese), sono molto suggestive e nella Chiesa bizantina (cattolica o ortodossa); è come partecipare ad un corso di esercizi spirituali in preparazione della Pasqua.
Nel sistema della Chiesa bizantina la Settimana Santa -o Grande Settimana- non fa parte della Quaresima; il venerdì prima della domenica delle Palme è infatti l'ultimo giorno di Quaresima. Viene poi il sabato di Lazzaro e la domenica delle Palme, due giorni festivi strettamente collegati tra loro, che separano la Quaresima dalla Settimana Santa. 
La Grande Settimana incomincia il Lunedì.

Tutti i testi storici e liturgici evidenziano che le ufficiature bizantine sono la sintesi della tradizione aulica, sobria e solenne della Grande Chiesa di Costantinopoli e di quella impregnata di memoria storica della Palestina e di Gerusalemme. 
Basta questo -per gli storici- per giustificare lunghezza ed ampiezza delle ufficiature e per spiegare magnificenza e solennità da un lato e popolarità e drammaticità dall'altro. 
La tradizione gerosalimitana è peraltro evidente nelle modalità simboliche della Sacra Scrittura tipiche del giudaismo.
Con queste premesse si capisce bene che nella Grande Settimana -secondo il rito bizantino- si entra in contatto col patrimonio liturgico più antico della Pasqua dei cristiani.

Le ufficiature nei testi liturgici dal Grande Lunedì al Grande Sabato occupano centinaia di pagine intese ad offrire il carattere di grandioso dramma sacro coinvolgente l'uomo e l'intero cosmo.
Tutto e tutti sono coinvolti, dalla Trinità che promuove la salvezza alle schiere angeliche che assistono attonite ed esultanti al dramma divino/umano, al demonio che come tale agisce, agli uomini nella veste ora di esseri sensibili e ora in quelli di "folla", e persino al fremere della natura. 
Fine di tutto è il coinvolgimento delle comunità cristiane chiamate ad interrogarsi e nello stesso tempo a contemplare la figura di Gesù, intorno a cui tutto ruota.  

ll dramma celebrato nella Grande Settimana è inteso ad interessare ciascun credente, quello rievocato è infatti il "dramma dell'uomo". 
Se da un lato si susseguono gli eventi che precipitano verso la Crocifissione, dall'altro versante esiste un dialogo tra il "me" ed il Cristo: "Agirò come Giuda o come la peccatrice salvata? Sarò in grado di comprendere il mistero della condiscendenza divina proprio come Pietro fece dopo essere guardato dal Signore .....".

Nella Grande Settimana in realtà non viene rievocata l'ultima settimana del Nazareno bensì ricapitolata l'intera storia della salvezza e -in qualche modo- pure la storia personale di ciascun uomo.
Quegli eventi assumono senso in "Sono venuto per servire Adamo divenuto povero, della cui forma io volontariamente mi sono rivestito; io il Creatore ricco per la divinità sono venuto per immolarmi in suo riscatto, io, impassibile per la divinità".  


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