sabato 4 marzo 2017

Sicilia. Chi ci governa ? Una regione allo sbando

GIORNALE DI SICILIA






Ferlisi usa parole aspre che rendono superflua ogni cautela da parte dell'opinione pubblica. Descrive lo sfascio e l'irresponsabilità ormai molto diffuse all'interno delle amministrazioni pubbliche. 
«Il Comune di Palermo sulla base della stessa legge fa una cosa, il Comune di Catania un'altra, Agrigento e Trapani un'altra ancora. Gli enti locali non hanno punti di riferimento». Soprattutto «non c'è nessun controllo». Un male antico che più volte su queste colonne abbiamo provato a denunciare. 

Perché gli scandali emergono solo con l'intervento della magistratura? Perché i meccanismi ispettivi interni non funzionano mai? Perché bisogna aspettare sempre l'esondazione del malaffare per combattere l'inquinamento della vita pubblica? I partiti che cosa rispondono agli interrogativi dell'opinione pubblica? 
Nulla. Non mostrano alcuna capacità di reazione. Silenzio assoluto. Ma soprattutto nessuna volontà di cambiare passo. Sui disabili è stata scritta una delle pagine più disonorevoli della storia dell'Autonomia. Un assessore regionale sorpreso dalle telecamere nascoste mentre chiede parole di sostegno a due ragazzi handicappati pur di conservare una poltrona che una precedente inchiesta televisiva ha reso traballante. Per non parlare del caso di Misilmeri, dove risultano ben cento persone con gravi problemi fisici. Più di tutto il Piemonte. Un record imbattibile. Un imbroglio che vale qualche centinaio di euro al mese. Quasi un elemosina. Rischiare tanto per così poco significa avere la consapevolezza di poter godere di protezioni talmente forti da sentirsi al sicuro. 
Ferlisi non ha bisogno di molte parole per sintetizzare lo stato delle cose: «Sono tantissimi i ricorsi al Òàã di Palermo sull'assistenza agli alunni minori disabili. Il contenzioso costa milioni allo Stato. I ricorsi vengono sempre persi dall'amministrazione pubblica». Significa che le regole pubbliche sono state scritte tanto male da essere facilmente attaccabili. La domanda, in queste situazioni, è sempre la stessa: si tratta solo di incapacità o c'è di peggio? Per esempio collegamenti perversi degli uffici pubblici con il mondo forense. Il presidente Ferlisi non sembra avere molti dubbi al riguardo: «Non si capisce -dice- perché si è creato questo sistema, cioè rivolgiti all'avvocato». Non è finita. C'è l'indecenza della formazione. Il presidente Crocetta dice di voler fare pulizia ma gli enti si oppongono. Situazione degna del miglior Pirandello: nulla è come appare. La Regione paga ma non comanda. Le scuole sono semplici fornitori ma dettano le condizioni dell'appalto. Evidentemente si sentono protette. Un oceano di inefficienza nel quale nuotano clientele e interessi. Infine la disonestà che emergerebbe dalle cartelle inevase di Riscossione Sicilia, se le indagini in corso dessero conferma. Cinquantadue miliardi andati in fumo. Una parte non trascurabile per colpa di politici renitenti ai doveri fiscali. Esattamente lo sfascio e l'arroganza della politica descritti dal presidente del Tar. La frammentazione in gruppi di potere in eterna lotta fra di loro. Nel frattempo i privilegi della casta restano lì, fermi e inviolabili. E se qualcuno prova a toccarli finisce, come nelle comiche, con le torte in faccia. Peccato che non ci sia proprio nulla da ridere. Il presidente del Tar Ferlisi descrive sfascio e irresponsabilità ormai diffusi all'interno delle amministrazioni pubbliche 

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