venerdì 31 marzo 2017

Hanno detto ... ...

Gli errori della Sinistra Europea
e la decadenza (fine ?) dell'Occidente

Non ci sono più speranze di ritrovare la salute di quante ne abbia un individuo al quale i medici abbiano diagnosticato un cancro in fase terminale. Bisogna farsene una ragione. Ognuno si crede immortale e immagina che la morte esista solo per gli altri! 
Lo stesso accade nelle civiltà: ciascuno ammette che la civiltà siano mortali, ma si riferisce sempre a quelle degli altri, o del passato... L’incapacità di accettare che noi moriamo e che le nostre civiltà muoiono fa parte di quell’impulso a negare la morte che emerge quando ci riguarda direttamente. 
Michel Onfray
filosofo e saggista francese,

Quella sopra riportata è la convinzione di  Michel Onfray, intellettuale francese: la civiltà occidentale è già finita, è arrivata al capolinea. 

Il destino di morire -continua il filosofo in una intervista al settimanale Origami- è proprio di tutto ciò che è vivente... Non si sfugge al proprio destino e una civiltà non può immaginare di vivere eternamente, non più di quanto lo possa fare un singolo individuo. 
Ma siccome disprezziamo la Storia, che è diventata un pretesto ideologico, siamo incapaci di pensare in termini di lunga durata, conformati come siamo dal culto del puro istante instaurato dal giornalismo dell’informazione continua. La coscienza è ormai incapace di proiettarsi oltre i tre secondi, il tempo di una inquadratura televisiva. Immaginate quando si tratta di pensare sequenze di mille anni... 

Alla domanda se esiste un momento, un evento, un accadimento storico che potrebbe aver accellerato la decadenza dell'Occidente egli rsponde: 
Non c’è una data in particolare, se non quella della scoperta del De rerum natura di Lucrezio fatta nel Quattrocento da Poggio Bracciolini in un monastero tedesco: questo libro di filosofia materialista è come una teorica macchina da guerra suscettibile d’essere scagliata contro la visione cristiana. Attraverso questo pensiero, il verme è entrato dentro il frutto del cristianesimo! Ora gli basta divorare l’intera mela. Ha lavorato per più di mezzo millennio. Ha già cominciato a intaccare il torsolo. 

La nascita dell’islam politico in Iran con l’ayatollah Khomeini nel 1979, poi il progetto di Bin Laden di internazionalizzare il jihad l’11 settembre 2001 come momento che ha reso visibile questo progetto al mondo intero, infine la creazione dello Stato Islamico nel 2006, sono i fatti che mettono l’Islam alla testa della lotta contro l’Occidente giudaico-cristiano. 
La caduta del muro di Berlino nel 1989 e poi quella dell’Urss e del blocco dell’est nel 1991, hanno aperto la strada a questo modo antiamericano di far politica. L’Occidente non se n’è accorto e non l’ha contrastato. È lo stesso Occidente che, con gli Stati Uniti, ha lavorato per sostituire lo Scià con l’Ayatollah e poi ha collaborato con Bin Laden contro i comunisti in Afghanistan. Quando Khomeini ha lanciato una fatwa contro Rushdie, cittadino inglese di origini indiane colpevole di aver scritto i Versetti satanici, un romanzo, una fiction, l’Occidente non ha reagito... 
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Quanto a Erdogan e alle sue dichiarazioni, costituiscono la rappresentazione perfetta di ciò che sostengo: l’Europa è entrata in una fase di forte turbolenza con l’Islam politico, come un ariete lanciato contro un castello inviolabile. Cosa abbiamo noi da opporre a queste minacce? Le buone intenzioni della necessità del vivere insieme... Cosa facciamo quando Erdogan fa la caricatura nazista di Angela Merkel? Gli dedichiamo la prima pagina dei giornali per dire che non si deve, che non è gentile... 

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Voi come spiegate che con Jean-Marie Le Pen questo partito (ndr. Il Fronte Nazionale)  fosse a meno dell’uno per cento nelle intenzioni di voto nel 1981 e con l’alternanza per più di un quarto di secolo dei governi di destra e di sinistra, ma tutti liberali, sia ora al 25 o addirittura al 30 per cento? Sono io il responsabile di questa crescita vertiginosa? O questa sinistra liberale che ha rinunciato a essere sinistra nel 1983 e che – in testa a tutti il quotidiano Libération – ha fatto l’elogio della crisi, ha promosso a ministro Bernard Tapie, un uomo d’affari notoriamente corrotto, eroe dei nostri tempi post-marxisti, venduto una televisione pubblica a un certo Berlusconi, e che ha insultato i disoccupati incolpandoli di non avere abbastanza spirito di impresa? 
L’attuale patron di Libération, Laurent Joffrin, è dietro il disfacimento della sinistra. E poco tempo fa Le Monde ci ha fatto sapere che riceveva Hollande a cena a casa sua... Mitterrand ha usato Le Pen per spezzare in due la destra e restare al potere: c’è riuscito. I giornali del sistema, abbondantemente sovvenzionati dallo Stato, hanno giustificato questa strategia. Hanno dato il primo impulso al colpo di ramazza di un apprendista stregone oggi impazzito. 
Voi credete che siano capaci d’autocritica? No, mai. Per loro è meglio costruire un capro espiatorio per i loro errori e poi sgozzarlo pensando che possa bastare. Io ho fatto da capro espiatorio ideale, non sono un uomo di rete, tribù, casta, non sono parigino, mondano, infiltrato nei clan redditizi dei buoni quartieri di Parigi, sono un uomo solo che vive e lavora in provincia. Come potrei essere io a fare il gioco del Front National, io che ho fondato un’università popolare gratuita per lottare contro le idee del Front National nel 2001 e che vi insegno tuttora da volontario? 
Questi giornali che mi accusano hanno messo sotto silenzio anche l’università popolare che li imbarazza tanto. 

E se vince Marine Le Pen, che ne sarà della Francia e dell’Europa?  
Nel giro di qualche minuto ci sarà un’insurrezione in ogni strada. 

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